La competizione con Ryanair, l'eccessiva generosità dell'Italia nei confronti dei Paesi stranieri, il difficile confronto con vettori più "supportati".
A un anno dall'avvio della sua gestione commissariale in Alitalia, Luigi Gubitosi si toglie qualche sassolino dalla scarpa e, in occasione dell'intervento per i 20 anni di Enac, fa il punto sulle nuove sfide del vettore, fornendo un'analisi nuova del contesto competitivo.
Il confronto con Ryanair
"È vero, Ryanair registra volumi di traffico superiori ai nostri di 5 volte - esordisce il commissario, commentando i dati che vedono il vettore irlandese in forte crescita sulla Penisola -, ma sul fronte del fatturato i loro dati sono magiori dei nostri di solo 2 volte". Un'asimmetria dovuta alle diverse scelte strategiche attuate e agli investimenti di Alitalia sul lungo raggio, "un segmento su cui cresciamo del 7 per cento, anno su anno - ci tiene a precisare Gubitosi -, con spese maggiori rispetto al corto raggio, ma anche diversa qualità".
Una questione di contesto
Andando oltre gli strumenti messi in campo per risollevare le sorti dell'ex compagnia di bandiera, Gubitosi allarga il campo della riflessione, sottolineando le disparità del contesto di azione rispetto ai competitor.
"Bisogna ragionare sulla parità di opportunità - spiega -, e su regole trasparenti e chiare, perché l'Italia concede troppo ai Paesi straneri e non sempre esigiamo reciprocità".
I toni sono pacati, ma i riferimenti metaforici si fanno bellicosi. "Ci sono Governi che hanno investito cifre importantissime nello sviluppo dei vettori, come nel caso di Turkish - esemplifica Gubitosi -. Non si può andare in guerra se non si hanno gli stessi mezzi".