“Una forma di pagamento non autorizzata”. Così British Airways definisce il ricorso alla carta di credito dell’agenzia per concludere l’acquisto dei propri biglietti aerei.
Il vettore britannico, sollecitato da TTG Italia in merito all’avvio della policy di Adm del 5% attiva dallo scorso 1° giugno, spiega le ragioni di una scelta che ha visto una levata di scudi dell’intero comparto.
Nei giorni scorsi, infatti, la scelta di British ha visto l’accesa reazione delle associazioni di categoria italiane: Astoi, Aidit, Assoviaggi, Fiavet e Fto si sono scagliate congiuntamente contro tale policy.
Da parte sua, la compagnia aerea fa sapere che “sono previsti procedimenti senza alcun costo per gli agenti per accettare i pagamenti dei clienti per la prenotazione di biglietti a tutte le tariffe. Coerentemente con i termini della nomina – si legge nella nota -, la nostra clausola Travel Agency Addendum (Addendum delle Agenzie di viaggio) 3(l) e la sezione Agent Reporting Agreement (Contratto dell'agente dichiarante) 25.1.2 e F1.10 di IAG ARA, la nostra politica prevede che gli agenti, per effettuare le prenotazioni, utilizzino le forme di pagamento da noi previste e non la carta di pagamento dell'agenzia”.
Dal 1° giugno 2018, infatti, “se non viene rispettata questa politica, all'agenzia verrà addebitata una Agency Debit Memo del 5% per l'utilizzo di una forma di pagamento non autorizzata”.
Il vettore sottolinea poi la dicitura esatta che gli agenti devono utilizzare nel caso in cui scelgano di effettuare il pagamento con la carta dell’adv: “ In nessun caso gli agenti sono autorizzati ad addebitare questi costi di Adm al cliente come ‘supplementi del vettore’ o ‘supplementi carta di credito’ (o in alcun caso equivalente) – specifica British Airways -, poiché esistono metodi alternativi di pagamento gratuiti disponibili per l'agente”.