Alitalia sta bene, ma “serve un piano di lungo periodo, che deve nascere da un scelta di politica industriale ed economica”. Così Luigi Gubitosi, commissario della compagnia insieme a Enrico Laghi e Stefano Paleari, traccia un bilancio della gestione da maggio dello scorso anno a oggi, mentre attende di essere convocato dal nuovo Governo.
In un’intervista a Corriere.it, Gubitosi sottolinea i punti forti del lavoro svolto dai commissari, ma nello stesso tempo sottolinea la necessità per il vettore di fare un passo in più, un passo in tema di investimenti e programmi che la gestione commissariale non può fare.
“È stato fatto molto in questo anno, ma c’è ancora molto da fare” dice il commissario, che elenca i dati positivi: il tema lavoro “oggi in Alitalia il costo del personale è pari a circa il 20%, la produttività è aumentata e sono state ricostruire le relazioni industriali”, il conto economico “nel secondo trimestre il margine operativo lordo sarà vicino al pareggio (lo scorso anno era negativo per circa 100 milioni, ndr) e l’aumento dei ricavi da traffico conferma che siamo sulla strada giusta”, il prestito ponte che “è praticamente intatto al 30 giugno”.
Gli interventi da mettere in campo
Ma molte cose sono da fare. “Per mettere Alitalia in sicurezza vanno fatti interventi strutturali che implicano decisioni sul futuro dell’azienda – dice -: serve un piano di almeno 5 anni che comprenda investimenti sulla flotta, in particolare sul lungo raggio dove ci stiamo avvicinando alla soglia della massima capacità”.
Sulla vendita del vettore, Gubitosi demanda la decisione al Governo. “Ci sono Paesi che hanno visto la loro compagnia di bandiera entrare in gruppi più grandi, altri che hanno deciso di mantenerla sotto controllo nazionale. Di certo l’Italia è un mercato appetibile e ora Alitalia rappresenta una grande opportunità. Ma per deciderne il futuro serve una scelta di politica economica”.