A fare più rumore, ovviamente, è stato l’annuncio di Ryanair: la revisione della policy bagagli da parte della low cost, oltre ad essere discussa e commentata, non è stata priva di strascichi. Ma il vettore irlandese non è stato l’unico a rivedere le regole sulle valigie da trasportare: recentemente, anche United ha modificato le tariffe. E, stando a quello che riporta la stampa di settore straniera, anche altri vettori oltreoceano stanno ritoccando il costo dei bagagli per i clienti finali. Secondo gli analisti, l’elenco sarebbe destinato ad allungarsi.
Ma perché le compagnie stanno rivedendo le tariffe sui bagagli?
I motivi di una scelta
Si potrebbe dire che la colpa è di internet. Ma sarebbe solo una mezza verità, perché le cause, secondo quanto affermano gli analisti, sarebbero anche da ricercare nel costo del carburante.
Meglio ancora: le ragioni dell’aumento delle tariffe bagagli sono entrambe. Da un lato l’aumento del prezzo del fuel, dall’altro le regole sempre più spietate dell’ecommerce e dei comparatori dei prezzi.
Per comprendere come la miscela esplosiva dei due fattori vada a ripercuotersi proprio sulle valigie dei viaggiatori è necessario partire dal primo elemento, ovvero il fenomeno che condizionerà gran parte delle scelte dell’aviazione nei prossimi mesi: il rialzo del prezzo del fuel.
Negli ultimi tempi, il trasporto aereo aveva goduto di condizioni eccezionali per quanto riguarda il prezzo del carburante. Un costo ‘popolare’ del fuel aveva consentito ai vettori di proporre tariffe più aggressive e lavorare con una marginalità interessante. Ma tutto questo sta per finire: il petrolio ha invertito la marcia e il barile è tornato a crescere. E con esso il costo del carburante.
A questo punto, per le compagnie aeree la scelta è obbligata: come ogni imprenditore (piccolo o grande che sia) sa, se aumentano i costi è necessario incrementare i ricavi. Il che, per le compagnie aeree, si dovrebbe tradurre in un aumento degli introiti per passeggero.
Il ruolo del web
Aumentare le tariffe, però, potrebbe non essere una buona idea per i vettori. Oggi come oggi, molto spesso il passeggero compra innanzitutto un prezzo (e solo in seconda battuta un servizio): il cliente vuole arrivare a destinazione e lo vuole fare al minor costo possibile.
Sovente, dunque, i vettori si sono trovati a dover vendere innanzitutto una tariffa: la stessa che viene visualizzata dal cliente sui risultati dei metamotori. O che viene sottoposta dal viaggiatore stesso a una serie di confronti sui vari siti di Ota e compagnie aeree.
Aumentare la cifra visualizzata dal cliente sul computer o sullo smartphone nel momento in cui deve decidere se effettuare l’acquisto o meno darebbe alle compagnie uno svantaggio enorme rispetto ai competitor.
E qui entrano in gioco i bagagli. Quasi tutti gli ospiti dell’aereo viaggiano con una valigia. Difficile immaginare passeggeri che intraprendono un viaggio all’estero muniti solo di zainetto. Il bagaglio, tranne rari casi, non è una scelta ma una necessità che accompagna il viaggio. Agire sul costo del trasporto delle valigie consente alla compagnia aerea di aumentare gli introiti senza andare a modificare il prezzo visualizzato dal cliente al momento del confronto e della scelta.
Secondo gli esperti, soprattutto all'estero, sono diverse le compagnie pronte a mettere mano alla policy bagagli. Anche perché il caro carburante non sarà l’unico costo a salire: i vettori stanno anche facendo i conti con la forza contrattuale dei piloti, sempre più richiesti in un mercato in forte espansione come quello dell’aviazione.