Lusso e Sardegna, un binomio sempre più consolidato che sembra però nascondere delle criticità. A fare il punto, in occasione del Sardinia Tourism Call2Action in corso presso l'aeroporto di Olbia, un panel di esperti moderato dal direttore di TTG Italia Remo Vangelista.
"Quello che serve in Sardegna per crescere nell'alta gamma e non perdere quote di mercato è il saper fare rete - ha spiegato Josep Ejarque, amministratore unico di FTourism -. Purtroppo, è un qualcosa che manca nel turismo italiano, a causa di una scarsa fiducia interna e una forte competizione". Il manager ha aggiunto: "Cooperare è più che mai fondamentale nel lusso, soprattutto in quel segmento che potremmo definire 'accessibile', un target appetibile per molti".
È questa la chiave per non perdere terreno sul balneare, tanto più che stanno tornando in auge destinazioni come Egitto e Turchia per la quale si prevede una rimonta del 30%.
"L'anno scorso come Sardegna abbiamo raggiunto buoni risultati - ha continuato Ejarque -. Il 2018 è andato meno bene e le previsioni per il 2019 non sono delle migliori. Non basta vendere la bellezza del territorio, bisogna essere preparati a soddisfare le necessità di un cliente sempre più esigente".
Sardegna, non solo lusso
Altro nodo da sciogliere è quello legato all'immagine della Sardegna, troppo spesso percepita come destinazione di lusso. "È rischioso - ha commentato Lucio Murru, direttore commerciale di Geasar, società di gestione dell'aeroporto di Olbia -: occorre ragionare anche sull'esistenza di un mercato di fascia media sul quale si può lavorare senza perdere di vista quella alta. Servono ricerche di mercato che possano aiutarci a posizionare le risorse".
Lo conferma Ejarque, che rimarca la necessità di un piano strategico che consenta di passare da una promozione generica dell'isola a una logica di prodotto e mercato segmentata. "Il mercato turistico è frammentato - ha sottolineato - ed è inutile vendere un prodotto al target sbagliato. Se parliamo di lusso, dobbiamo essere specifici e puntuali".
Obiettivo destagionalizzazione
Altro punto fondamentale, spingere l'attività turistica della Sardegna oltre l'estate. La via da seguire è la creazione di prodotti aggiuntivi. "Stiamo facendo formazione con operatori e studenti per costruire nuovi turismi - ha raccontato Murru -. Servono competenze e conoscenza per aprirsi ad altri segmenti. A oggi l'aeroporto di Olbia è il più stagionale d'Italia, in quanto il nostro territorio si esprime in maniera egregia per 4-5 mesi l'anno. Quello che manca sono prodotti vendibili all'estero e sul mercato nazionale al di fuori del periodo estivo".
È necessario dunque creare opportunità diverse che possono risiedere, ad esempio nel turismo golfistico, oltre a "migliorare - ha evidenziato Marco Maria Berio (a destra nella foto), direttore del club Pevero Golf - i collegamenti tra l'entroterra e la costa".