Lo spettro del caro carburante aleggia sul mondo della distribuzione e la fuel surcharge sta diventando un incubo per la quasi totalità dei viaggiatori: i prezzi dei biglietti aerei stanno crescendo e tocca ad agenzie e tour operator dialogare con i consumatori finali. Le compagnie aeree, alle prese con la quadratura dei bilanci, si dicono pronte a scendere in campo per dialogare con il mercato.
Dialogo
"Questo è il momento del dialogo. È innegabile che il caro carburante sia una realtà con cui dobbiamo fare i conti, sta a noi spiegare questo passaggio al mercato, mantenere i contatti con il trade e con i consumatori", spiega vice president sales Italy di Alitalia. Che poi spiazza tutti e aggiunge: "Il caro fuel può anche essere una opportunità per le compagnie legacy".
Opportunità
Gli va a ruota Steffen Weinstok, senior director sales di Lufthansa per l'Italia e Malta. Il quale coglie al volo l'assist e rilancia: "Certo, perché qualche player poco strutturato potrebbe uscire dal mercato. Dobbiamo stare a vedere come evolve la situazione perché comunque il costo del carburante è una voce importante del bilancio di un vettore come il nostro". D'accordo anche Jerome Salemi, neo direttore per il mercato nostrano (oltre che per Malta e Albania) di Air France-Klm: "Il fuel è circa il 30% dei nostri costi, quindi non è una voce da sottovalutare. Però ormai sul corto e medio raggio non si può più parlare di fuel surcharge perché le low cost ci impongono di essere altamente competitivi dal punto di vista del prezzo finale. Se non facciamo così siamo morti".
Sicurezza
Soft anche l'approccio di Paolo Sgaramella, vicepresident commercial, marketing & network di Air Dolomiti: "E' innegabile che i prezzi del fuel siano in crescita. Però si tratta di una voce di costo altamente gestibile dalle compagnie aeree: si tratta solo di capire dove sta il confine, noi dobbiamo comunque fare profitto ma non per questo vuol dire che scarichiamo i costi sul consumatore finale". Gli fa eco anche Giancarlo Zeni, direttore generale di Blue Panorama: "Storicamente non si traferisce l'aumento del carburante sul biglietto del cliente. In realtà anche nel nostro campo, quello dei charter, possiamo tranquillamente affermare che il prezzo finale è fatto dal mercato, quindi i consumatori possono stare tranquilli".