Salire su un taxi partner di AccorHotels per raggiungere l’aeroporto e imbarcarsi sul volo di una compagna che ha un’accordo con il medesimo gruppo alberghiero. E, ovviamente, soggiornare in un hotel Accor. È questo il ‘sogno’ (ma forse non troppo lontano dal realizzarsi) di Maud Bailly, chief digital officer del gruppo. “Mi piacerebbe costruire un’esperienza end-to-end” ha affermato il manager alla conferenza PhocusWright a Los Angeles.
Come riporta lechotouristique.com, ormai la visione di un viaggio completamente ‘fluido’, acquistato presso un unico soggetto, sta prendendo piede nel mondo del turismo, soprattutto quello online.
Non farsi scappare il cliente
Si tratta, in definitiva, del diktat più ‘antico’ del web: non lasciare che il cliente abbandoni il proprio portale per cercare altrove. Gli sforzi del digitale, già da qualche tempo, sono rivolti tutti in questo senso: offrire la più ampia gamma di servizi in modo che l’utente non avverta il bisogno di cliccare su un’altra pagina.
Senza contare la possibilità, per le aziende, di mettere le mani sul petrolio del nostro secolo: i dati. Gestire il processo di prenotazione non di un solo elemento ma di tutto il viaggio consente di conoscere abitudini e dettagli del cliente.
E la personalizzazione, ha precisato Bailly, sarà la chiave del successo.