A questo punto l’unica certezza intorno ad Alitalia è che la soluzione per il rilancio è tutt’altro che vicina e il rischio che i tempi si allunghino ancora è altissimo. Verrà formalizzata nelle prossime ore la nuova richiesta di rinvio della scadenza per la presentazione del piano per la nuova Alitalia, fissata per domani sera.
Non si è infatti ancora districata la matassa legata all’investitore in grado di colmare il gap di circa il 40 per cento delle quote mancanti per avviare l’operazione legata alla compagnia aerea. Sembra infatti essersi arenata anche l’ipotesi dell’ingresso di Riccardo Toto, figlio del fondatore di Air One e a sua volta protagonista in passato di un tentativo di rilancio di Livingston. In una nota il gruppo ha infatti chiarito di non avere presentato alcuna offerta per Alitalia, una precisazione che però non sembra chiudere totalmente le porte a un eventuale intervento nell’operazione.
Le reazioni
Chi invece non sembra avere gradito i rumors sul Gruppo Toto circolati venerdì scorso sarebbero invece i due principali attori del tentativo di rilancio, vale a dire Ferrovie dello Stato e Delta. Secondo diversi organi di stampa, l’operazione portata avanti dietro le quinte dal vicepremier Luigi Di Maio sarebbe avvenuta all’insaputa di entrambi. Non solo, l’eventuale investimento avrebbe potuto generare un dietrofront degli americani.
I commissari
Tornando invece alla richiesta di rinvio, su questo punto si registra un nuovo irrigidimento da parte dei tre commissari, i quali avrebbero chiesto uno spostamento di non oltre due settimane. Daniele Discepolo, Stefano Paleari ed Enrico Laghi hanno infatti ribadito i rischi che la compagnia corre con il protrarsi dello stallo (con lo spettro della liquidazione) evidenziando anche come il loro mandato sarebbe ormai al termine.