Il suo nome continuerà a volare alto, scritto a lettere cubitali rosse sulla livrea bianca degli aerei del gruppo Ryanair. E resterà nel ricordo degli appassionati di Formula Uno al volante della Ferrari. Si è spento all’età di 70 anni dopo una lunga malattia Niki Lauda (nella foto), pilota e imprenditore la cui vita è stata segnata da due passioni: i motori e gli aerei. E da una determinazione ferrea che gli fece superare il terribile incidente del 1976 quando la sua Ferrari si incendiò dopo lo schianto.
La nascita di Lauda Air
La sua avventura nel trasporto aereo inizia alla fine degli anni Settanta, quando, dopo l’addio alla Ferrari per la Brabham, riesce a ottenere solo due piazzamenti. È il segnale della fine di una incredibile carriera segnata da numerose vittorie. Lauda si ritira e si lancia in una nuova avventura: Lauda Air. A metà degli anni Ottanta il vettore entra nei voli regionali, poi anche internazionali.
Ne nasce una costola italiana, ben nota alle cronache turistiche di casa nostra, con alla guida l'ingegner Andrea Molinari. Anche per Lauda Air la storia si conclude con un inglobamento, nel 2002, in Austrian Airlines, con la sparizione definitiva del marchio.
Una nuova avventura
Ma Niki Lauda non si ferma. Così come aveva fatto con la Formula Uno, quando dopo due anni di assenza nel 1981 ritorna in pista, così anche nel trasporto aereo si concede una seconda chance. Rileva una piccola compagnia austriaca, la Aero Lloyd Austria, la ribattezza Niki e già nel 2004 inizia una collaborazione con airberlin, che le conferisce una discreta stabilità. L'intesa funziona talmente bene che sette anni dopo, nel 2011, arriva il merger.
Tra il 2017 e il 2018 si sviluppa poi l’ultimo capitolo dell’avventura aerea: Niki viene travolta dal fallimento airberlin e tutti gli aerei sono messi a terra. Lauda inizia una lunga battaglia con Lufthansa e Iag per recuperare i suoi aerei e provare ancora a ripartire. Vince l’ennesimo Gran Premio e mette in pista Laudamotion.
Servono però investitori e sul vettore cadono gli occhi di Michael O’Leary, che prima investe e poi la compra facendola diventare quarta compagnia del gruppo Ryanair. E le cambia il nome trasformandola semplicemente in Lauda.