Il problema per il trasporto aereo non è l'eccessiva offerta, semmai il contrario: la crescita della domanda potrebbe mettere a dura prova la capacità degli aeroporti. È questa l'opinione di Steffen Weinstok (nella foto), senior director sales per Italia e Malta di Lufthansa Group.
"Eccesso di capacità sul Nord America? Per ora non vedo il pericolo - ha affermato il manager -. Le previsioni di crescita sono ottime, la domanda è meno stagionalizzata e ormai si estende alle connessioni meno tradizionali". Non a caso, ha proseguito Weinstock, "Los Angeles e San Francisco sono ormai destinazioni servite tutto l'anno e abbiamo aperto un volo come il Francoforte-Austin. Piuttosto, se parliamo di traffico nel suo complesso, l'Europa deve presto porsi il problema di adeguare gli aeroporti in vista di una domanda esponenziale".
L'alleanza transaltantica
Il manager è intervenuto sull'argomento a margine dell'evento con le agenzie di Atlantic Joint Venture. "L'alleanza è fondamentale per operare sui mercati esteri - ha aggiunto -. Con i vettori partner abbiamo armonizzato prezzi e condizioni e condividiamo la forza vendite in modo da appoggiarci su quello che è il lead carrier in ciascun Paese, ad esempio noi di Lufthansa in Italia o United nel Regno Unito".
Una strategia che ha i suoi effetti anche sulla marginalità dei singoli vettori. "Unendo le forze si riesce ad essere profittevoli. Lo dimostra la fatica che stanno incontrando le low cost che, da sole, hanno tentato la strada del lungo raggio".
"Mai corsa al ribasso sui prezzi"
L'arma vincente di Lufthansa? "Il messaggio al trade è che offriamo una varietà di offerta eccezionale e il consueto standard elevato di servizio. Uno standard che va remunerato. Non scenderemo mai nell'arena della battaglia al ribasso sul prezzo".
Sull'intricata vicenda Alitalia, invece, il manager si trincera dietro un semplice "No comment".