Si fa presto a dire low cost. Perché di low cost si può vivere e prendersi anche la leadership (opinabile o no, poco importa); ma di low cost si può anche morire, se le strutture realizzate non sono in grado di rispecchiare i veri parametri necessari per fare business, come nel caso di Ryanair ed easyJet, capaci di resistere a ogni scossone del mercato. E non parliamo solo di nomi tipo Wow Air, ma anche di ‘vittime’ illustri come il Gruppo Lufthansa e nella fattispecie Eurowings.
I fatti più recenti
Che sia un anno difficile per il trasporto aereo è cosa ormai nota e tutte le compagnie in un modo o nell’altro si stanno attrezzando per combattere a spada tratta contro caro fuel, domanda in calo, eccesso di offerta. Ma è sul pricing che la battaglia si combatte ad armi impari perché chi ha dichiarato guerra sulle tariffe, come nel caso di Ryanair, che ha giurato di non volere alzare i prezzi per catturare quanti più passeggeri possibile.
L’allarme lo aveva lanciato proprio Carsten Spohr, ceo del Gruppo Lufthansa, che lunedì ha annunciato il profit warning, guarda caso a causa dell’andamento di Eurowings. “Vendere biglietti a meno di 10 euro è irresponsabile” aveva detto a più riprese, l’ultima volta nel corso dell’assemblea generale della Iata, che lo ha poi incoronato nuovo chairman. Impossibile fare profitti con certe tariffe, aveva poi aggiunto, facendo capire che così si finisce per drogare il mercato.
I numeri
Ma quali sono le reali differenze? In un servizio pubblicato oggi su Corriere.it, i numeri dei costi per passeggero parlano chiaro: se Ryanair riesce a restare sui 29 euro e Wizz Air sui 40, Eurowings sale a 119. Non solo: la concorrenza sui suoi ‘territori’ è sempre più forte e i tassi di riempimento ne risentono in maniera importante. Spohr ha preannunciato che per Eurowings verranno messe a punto nuove misure, ma non manca chi sul mercato inizia ad avere dubbi sulla reale tenuta. Una ‘grana’ che il ceo di Lufthansa dovrà risolvere al più presto.