“Ogni volta che c’è un fallimento di una compagnia aerea è la stessa storia: i passeggeri si ritrovano a terra senza il volo e sono costretti a comprarsi un nuovo biglietto, sapendo già che le prospettive di ottenere un rimborso sono praticamente nulle”.
Il caso Aigle Azur ha riaperto una ferita legata a tutto il trasporto aereo del Vecchio Continente, come ricordano le parole del presidente dell’Ectaa Pawel Niewiandomski, che ha rilanciato l’allarme legato al sistema di protezioni in caso di fallimento delle compagnie.
Direttiva pacchetti
L’associazione che raggruppa agenzie di viaggi e tour operator europei rimette in luce una grande anomalia legata alla Direttiva pacchetti valida per tutti i paesi delll’Unione europea. Questa prevede infatti la protezione per chi ha acquistato un pacchetto di viaggio anche in caso di fallimento di una compagnia aerea, ma il meccanismo non è mai stato esteso a chi acquista il solo volo: “Per tutti questi – prosegue il presidente – attualmente non c’è nessuna protezione adeguata”.
Il caso Wind Jet
Non a caso all’indomani delle cessazioni delle operazioni di volo dei vettori avvenute in passato gli strascichi legati a chi ha chiesto rimborsi per il volo mai effettuato si protraggono anche per anni. In Italia è ancora aperta la vicenda legale legata al fallimento Wind Jet, uscita di scena nell’agosto del 2012: e i creditori, passeggeri compresi, sono riusciti a ottenere, solamente a fine 2018, un rimborso pari a circa il 5 per cento del valore…
Le prospettive future
L’allarme dell’Ectaa guarda però ora al futuro, perché le prospettive del settore non sono rosee. L’associazione ricorda che tutto il comparto prospetta una stagione di consolidamento nel settore e soprattutto l’uscita di scena di altre compagnie aeree, inadatte a reggere al peso di un mercato con il fiato corto e con un eccesso di offerta ormai fuori controllo. I danni potenziali generati da questa situazione sono altissimi e urge un intervento legislativo che possa mettere al sicuro gli incolpevoli passeggeri.