C’è forte preoccupazione sul mercato italiano per la vicenda di Alitalia dopo le dichiarazioni del Governo di ieri, con l’ammissione che una soluzione di mercato per la compagnia al momento non esiste. Una resa che al momento crea una situazione di stallo pericoloso.
TTG Italia ha interpellato alcuni dei principali attori del mercato per sapere da loro quali soluzioni si potrebbero mettere in campo e quali rischi corre il settore con un’Alitalia che in un modo o nell’altro rischia di vedere fortemente ridimensionato il suo ruolo. “La mancanza di chiarezza e di informazioni certe genera forte preoccupazione da parte di tutta la filiera – è il commento del presidente di Astoi Nardo Filippetti, che non risparmia critiche -. Questo “balletto” di soluzioni, a volte a dir poco estemporanee, sembra essere lo specchio della stessa situazione in cui versa la politica italiana”.
Ipotesi nazionale
Un punto di vista condiviso anche dal presidente di Confturismo/Confcommenrcio e del Gruppo Uvet Luca Patanè, che di fronte all’ipotesi di un intervento dello Stato storce il naso: “L’eventualità di uno Stato assistenzialista va esattamente nella direzione opposta a quanto abbiamo espresso anche nel recente BizTravel Forum: serve piuttosto una realtà industriale forte che ci metta soldi e faccia”. Linea che porterebbe semmai verso Lufthansa “che con Swiss e Austrian – conferma – ha già effettuato operazioni simili con ristrutturazioni anche severe”.
Cambiare il modello di business
Chi non è sorpreso di quanto sta avvenendo è il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca: “Non mi sorprende affatto lo sfaldamento della cordata, anzi. Sono convinto che tutti gli attori coinvolti stessero solo aspettando il momento opportuno per tirarsi indietro”. Il perché è presto detto: “Se il modello di business non regge bisogna cambiarlo, le aziende che perdono denaro vanno ristrutturate, anche a costo di decisioni impopolari - dice Bocca -. E lo dico esprimendo grande solidarietà ai lavoratori Alitalia, che non hanno alcuna colpa della situazione”.
Le alternative
Chi propenderebbe per una soluzione ‘nazionale’ è invece Franco Gattinoni, presidente dell’omonimo gruppo: “A fronte delle ultime dichiarazioni rilasciate mi auguro innanzitutto che Alitalia rimanga italiana – dice -. Inoltre, auspico che, una volta per tutte, si proceda a snellire definitivamente gli esuberi, in modo da salvaguardare sia l'azienda che l'80% dei dipendenti. Un sacrificio necessario perché Alitalia possa ritornare ad essere competitiva sui mercati”.