Un prestito ponte fino a 450 milioni di euro e il mandato ai tre commissari straordinari di proseguire nell’operato e avviare quella ristrutturazione necessaria per reimmettere Alitalia sul mercato o, in caso di mancanza di acquirenti, passare alla nazionalizzazione della compagnia.
È questa la decisione del Governo, con il ministro Luigi Di Maio che ha definito l’esecutivo compatto sulla strada da percorrere per la compagnia. Chiuso (pare) definitivamente il capitolo relativo alla cordata Fs-Atlantia-Delta, la parola d’ordine ora è quella del taglio dei costi, che si tradurrà inevitabilmente in una riduzione della forza lavoro. Circa il 20 per cento è la voce che circola al momento.
No allo spezzatino
Altro punto definito dal Governo è quello di evitare lo spezzatino: sul mercato quindi finiranno le tre unità di Alitalia, volo, manutenzione e servizi di terra. Resta invariata anche la deadline per arrivare a un nuovo assetto per Alitalia, vale a dire la fine di marzo, quando partirà il nuovo orario estivo. Oggi intanto è previsto il Consiglio dei Ministri che dovrebbe già varare il Decreto fiscale per avviare la nuova macchina, mentre si attendono le reazioni dei sindacati, che già la settimana scorsa si erano espressi contro nuovi tagli: non è escluso che si possa arrivare a nuovi scioperi.