Tutto da rifare. O quasi. Il quadro su Alitalia che è emerso dalle audizioni alla Camera, completate oggi con l’intervento dell’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Gianfranco Battisti, non ha fatto che confermare che per il rilancio della compagnia i tempi non potranno essere brevi e una soluzione a portata di mano al momento non esiste.
Il quadro
A fare il punto della situazione è stato in particolare il nuovo commissario unico Giuseppe Leogrande. Dopo avere annunciato la nomina di Giancarlo Zeni come direttore generale della compagnia (ricomponendo il duo di Blue Panorama in amministrazione straordinaria), Leogrande ha spiegato che a suo modo di vedere per Az esistono solo due soluzioni possibili: la ristrutturazione e la vendita nei tempi stabiliti (cioè entro il 31 maggio) oppure, in alternativa, la creazione di una newco nel caso la prima strada non sia percorribile per mancanza di compratori. Un’alternativa già utilizzata all’epoca di Bpa e che aveva portato all’acquisizione della compagnia da parte del Gruppo Uvet.
Il rovescio della medaglia
Ma il commissario di Alitalia è stato chiaro su un punto: pur non avendo ancora a disposizione tutti i tasselli del puzzle essendosi insediato da pochi giorni, quello che appare lampante è che salvo colpi di scena i tempi non potranno che essere lunghi. Lunghi per la ristrutturazione e per la creazione del piano industriale (operazioni per cui verranno ingaggiati altri manager insieme a Zeni, ha specificato Leogrande); lunghi perché le uniche proposte esistenti sono quelle di Lufthansa e di Delta e allo stato attuale non garantiscono sicurezza.
Lo proposte attuali
Lufthansa infatti ha ribadito che l’interesse per la partnership commerciale resta viva (ma l’ingresso nel gruppo tedesco ed eventuali investimenti diretti avverrebbero nel lungo periodo); Delta conferma la proposta da 100 milioni (con un valore più alto, ha puntualizzato Battisti stamane in audizione, considerando annessi e connessi), ma della vecchia partita con Fs non c’è più Atlantia e quindi c’è una parte di investimento che resta ampiamente scoperto.
Una situazione di stallo, quindi, e un rebus che per Leogrande, Zeni & Co non sarà di facile soluzione. Anche perché, ha concluso ancora Leogrande, “una cosa è stata creare una newco per Blue Panorama, un’altra lo è per Alitalia”.