Scende in campo personalmente Alexander de Juniac, direttore generale e ceo della Iata. Il precipitare degli eventi delle ultime ore ha infatti creato una situazione inimmaginabile anche solo pochi giorni fa e per il settore del trasporto aereo la crisi ha già assunto contorni senza precedenti. Tanto che le ultime stime sull’impatto, anche quelle più estreme da 113 miliardi di dollari, hanno ormai perso il reale valore.
Quello di de Juniac è ora un accorato appello: una richiesta di aiuti per l’industria, che non potrà vincere da sola la battaglia, ma soprattutto ancora una volta il ricordo a Governi e istituzioni che dopo, quando la guerra sarà vinta e inizierà la fase di ripresa, “la connettività aerea sarà fondamentale per fare ripartire tutto il sistema e l’economia”. Una sorta di: avrete bisogno di noi così come oggi noi abbiamo bisogno di voi.
I temi caldi
Il ceo Iata individua intanto i primi segnali positivi, come la sospensione fino a fine giugno della regola 80-20 sugli slot, per evitare che le compagnie perdano un bene prezioso come i diritti di decollo e atterraggio (“ma bisognerà estenderlo oltre giugno”, puntualizza). Bisognerà inoltre agire sul tema dei rimborsi e delle cancellazioni: la situazione è estrema e mai vista prima: “La cancellazione è diventata la regola, non l’eccezione”.
Le priorità
Ma i tre punti reali su cui si dovrà avere il massimo supporto saranno il finanziamento pubblico, l’accesso al credito, anche con le garanzie dei singoli Governi, un abbattimento delle tasse. Senza tutto questo le compagnie non potranno da sole tornare a essere quel motore dell’economia oggi capace di generare 70 milioni di posti di lavoro.