Ingresso in amministrazione volontaria per tentare di scongiurare il fallimento dopo la bocciatura del piano di salvataggio da parte del Governo australiano. È questa la mossa decisa da Virgin Australia, secondo vettore del Paese dopo Qantas.
Secondo quanto riportato da La Stampa la decisione è stata presa dopo il no alla richiesta di un prestito da circa 850mila euro quale appoggio per il programma di rilancio. Ora il vettore si affiderà a funzionari di Deloitte per garantire l’operatività, mentre il Governo punterebbe al ridimensionamento della compagnia e all’uscita degli investitori stranieri.
Attualmente Virgin Australia dà lavoro a 16mila addetti sia diretti sia indiretti.