Quella di Willie Walsh è stata una delle voci più severe ma al contempo concrete del trasporto aereo europeo e mondiale. Il ceo di Iag, il gruppo che controlla big del calibro di British Airways, Iberia, Vueling e Aer Lingus (con l’operazione Air Europa ancora in itinere), non ha mai risparmiato critiche e strali ed è sempre riuscito nel bene e nel male ad avere una visione globale del comparto.
Pensione rinviata
Alla vigilia della pensione, rinviata di qualche mese per essere in prima linea nel momento più difficile della sua azienda, il manager è uscito allo scoperto per annunciare i risultati del primo trimestre, inevitabilmente pesanti (un miliardo e mezzo di sterline le perdite nel periodo). Ma l’attenzione si è subito spostata sulle previsioni, sul dopo. E anche in questo caso Walsh non si è smentito, affrontando il tema nella sua cruda realtà.
“Non credo che si possa torna ai livelli del 2019 prima del 2023”, ha sentenziato senza mezzi termini, gelando le speranze di chi contava in una piena ripresa più rapida. Del resto anche un ‘ottimista’ come Michael O’Leary la scorsa settimana aveva dovuto fare marcia indietro fissando nel 2022 l’anno del recupero per la sua Ryanair.
Il breve termine
Se i tempi saranno lunghi, per il ceo di Iag non è tempo di rimanere in attesa e nella presentazione ha indicato il mese di luglio (di quest’anno, sia chiaro) come il periodo in cui si inizieranno a vedere miglioramenti significativi. “Per tutto il 2020 – ha concluso – credo che non si arriverà comunque a un dato di traffico superiore al 50 per cento rispetto allo scorso anno”.