“Passiamo i passaporti al setaccio”. Così Giovanni Casavola, dirigente della Polizia di Frontiera di Fiumicino, sintetizza il rafforzamento dei controlli all’aeroporto romano, che si adegua in tal modo alle disposizioni governative intensificando l’azione preventiva per evitare che entrino nel Paese cittadini provenienti da aree con alti numeri epidemiologici.
Sulle colonne del Corriere della Sera il funzionario spiega come ora il mirino della Polizia di Frontiera sia puntato sui voli da Spagna e Emirati Arabi. “Sono le rotte principali utilizzate da chi aggira il blocco italiano per i Paesi con contagi alti - dice Casavola -. Sabato abbiamo respinto due cittadine brasiliane sbarcate dall’Olanda, nonostante l’Enac abbia vietato alle compagnie di far partire passeggeri a rischio”.
La verifica dei documenti
L’emergenza, dunque, è il meccanismo delle triangolazioni, ossia i voli con più scali. Un viaggiatore, ad esempio, può partire dal Perù (Paese bloccato), fare scalo a Madrid e imbarcarsi per l’Italia. Oppure viaggiare dal Bangladesh, fare scalo a Doha e atterrare a Roma. “Non possiamo monitorare ogni singolo volo - ammette il funzinario - , ma la nostra rete è molto stretta”. E spiega come il protocollo prevede la verifica documentale: “L’operatore spulcia passaporti di 48 pagine e l’autenticità dei timbri da aree con tassi epidemici alti, così si risale alla catena dei viaggi”.