Arrivano alcuni chiarimenti dell’Agenzia dell’Entrate sul meccanismo del Bonus Vacanza e soprattutto su uno dei punti critici: il fatto che oltre la metà delle strutture non accetti lo ‘sconto’ da recuperare poi come credito di imposta.
Secondo quanto riporta repubblica.it, infatti, anche nel caso in cui la struttura in cui si soggiorna non accetti il Bonus, il cliente potrà comunque inserire il 20% del valore come detrazione all’interno della prossima dichiarazione dei redditi.
L’importo dell’agevolazione, infatti, viene riconosciuto per l’80% come sconto immediato presso la struttura e per il 20% come credito di imposta per il cliente. Questa seconda parte potrà essere recuperata in ogni caso. L’importante è che la fattura sia intestata al soggetto che effettuerà la dichiarazione dei redditi.
Sarà anche necessario tenere in considerazione la spesa complessiva, che dovrà essere superiore all’importo del bonus. Nel caso in cui la somma sia inferiore, la percentuale da portare in detrazione sarà rimodulata di conseguenza.
Se ad esempio un nucleo di 4 persone, che può usufruire di uno sconto pari a 500 euro, prenota un soggiorno del valore di 400 euro, quest’ultima sarà la cifra massima dell’agevolazione. Anche se la struttura non riconoscerà lo sconto, in detrazione potrà essere portato il 20 % di 400 euro (ovvero 80 euro).