I proclami e gli annunci sono ormai un ricordo. Oggi la realtà di Ryanair anticipa quello che sarà un autunno molto duro, con basi (in Europa) che dovranno per forza chiudere. I conti economici non lasciano spazi di manovra anche al leader dei vettori low cost, che con il suo business model ha spadroneggiato per lunghe stagioni.
Ora di fronte a una crisi economica che nel prossimo inverno minaccia tutto e tutti non resta che mettere le mani avanti.
Anche uno dallo sguardo duro e dalla parola facile come Michael O’Leary non ha nascosto le difficoltà.
Insieme alle altre compagnie aeree low fare sta spiegando a tutti i media che i "vettori di Stato" vantano troppi privilegi e finanziamenti a rubinetti aperti.
Non sfugge alle critiche Alitalia che, dopo l’annunciata newco, dovrà dimostrare che si può fare il business del trasporto aereo senza per forza perdere milioni di euro ogni mese.
Ma O’Leary da vecchia volpe sta cercando di ridare forza alla sua Ryanair attaccando tutto e tutti, cercando alleati tra quelli che un tempo erano i suoi concorrenti (vedi easyJet).
Va comunque detto che, se Ryanair dovesse mantenere fede alle intenzioni e tagliare una serie di tratte e collegamenti verso alcuni scali italiani, sarà necessario ripensare a tutto il sistema.
Perché su alcune linee e su alcune città funziona solo il metodo Ryanair con bassi costi di produzione e agevolazioni degli enti locali. Il prossimo orario invernale sarà decisivo per capire il modello irlandese sarà capace di piegare anche la crisi generata dal Covid19.