Grido d’allarme della Iata, che evidenzia come il trasporto aereo nel mese di luglio si sia mantenuto al 79,8% in meno rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Come riportato dal Sole 24Ore, la Iata ha sottolineato come le difficoltà siamo "aggravate dalle misure di restrizione dei viaggi e dalle quarantene, che equivalgono di fatto a una sostanziale chiusura di molti paesi” ha spiegato il direttore generale dell’associazione, Alexandre de Juniac.
Malgrado i numeri di luglio rappresentino un miglioramento rispetto alla flessione registrata in giugno, pari al’86,6% e a quella di aprile (-94%), i numeri sono ancora “Deludenti rispetto alla ripresa che mi sarei aspettato di poter annunciare”.
Load facto ai minimi storici
Il load factor resta ai livelli minimi di sempre, sfiorando il 57,7% sul totale (meno 27,7% rispetto allo stesso periodo del 2019). E “Le compagnie continuano a bruciare cassa - fa eco i capo economista della Iata, Brian Pearce -. Sono necessarie ulteriori misure di sostegno finanziario dai Governi, ma senza far aumentare i debiti delle compagnie perché non sarebbero in grado di sostenerli”.
L’industria aeronautica sarebbe poi compatta nel chiedere “la sospensione anche per la stagione invernale la regola degli slot 80-20” ha aggiunto de Juniac. “Molti Paesi come Cina, Brasile e Australia hanno garantito la sospensione del vincolo sugli slot per la stagione invernale 2020, mentre l’Unione europea sottovaluta la gravità della crisi”. La Iata chiede quindi che vengano rimosse le limitazioni ai voli e che si inseriscano in modo organico i test sanitari prima della partenza.
Pearce ha infine sottolineato come la mancata ripresa sia dovuta all’assenza di traffico internazionale, in flessione del 91,9%, mentre sui mercati domestici il calo sia del 57,5%.
E se in Europa la domanda internazionale si situa a -87,1% rispetto al -96,7% di giugno, in Cina il traffico domestico è vicino ai livelli pre-crisi.