Se da parte della Iata, a nome di tutto il trasporto aereo internazionale, l’appello per test rapidi prima di partire è sempre più pressante, in attesa di indicazioni positive da parte delle istituzioni il comparto prova a portarsi avanti con il lavoro. E nel mondo si moltiplicano i casi di aeroporti e compagnie aeree che iniziano a sperimentare per valutare tempi e risultati dei test rapidi, appunto.
In Italia prosegue l’iniziativa congiunta realizzata da parte di Alitalia e Aeroporti di Roma sulla direttrice Linate-Fiumicino. Un ‘caso’ che lo stessi direttore generale di Iata Alexander de Juniac ha citato come virtuoso con risultati entro mezz’ora: in caso di positività niente partenza. La fine del test è fissata per domani, ma i nuovo Dpcm potrebbe spingere a un prolungamento.
Il d.g. Iata ha poi citato anche gli esempi di Londra e Francoforte come aeroporti, mentre al di là dell’Oceano si sta lavorando a corridoi per le Hawaii, che hanno riaperto ai viaggi. A San Francisco, ad esempio, chi parte per le Hawaii deve obbligatoriamente sottoporsi al test. Altro esempio il progetto congiunto Common Pass di United e Cathay per la direttrice New York-Hong Kong. Tutto questo per iniziare, ma la sensazione è che al tema ci si dovrà fare l’abitudine.