Cork, Shannon e Tolosa. Sono queste le basi che Ryanair ha deciso di chiudere per la winter a causa di una riduzione di traffico stimata a 38 milioni di passeggeri. “Abbiamo continuato a riadattare la nostra capacità in settembre e ottobre - ha dichiarato il ceo del Gruppo Ryanair Michael O’Leary (nella foto) -, considerando sia le condizioni di mercato, sia le mutevoli restrizioni governative, con l'obiettivo di mantenere un load factor del 70 per cento, che ci consente di operare il più vicino possibile al pareggio e ridurre al minimo il cash burn”.
I tagli all'operativo invernale
Sebbene la situazione Covid rimanga mutevole e difficile da prevedere, ha aggiunto, “ora dobbiamo ridurre le nostre previsioni di traffico per l'intero anno a 38 milioni di passeggeri”.
Per fronteggiare l’indebolimento della domanda, però, la chiusura delle basi non basta. Ecco che allora la low cost ha deciso di tagliare ulteriormente l’operativo invernale, portando la capacità dal 60 al 40% rispetto all’anno precedente. Ryanair prevede di mantenere fino al 65% del suo network di rotte invernali, ma con frequenze ridotte. Diminuito considerevolmente anche il numero di aeromobili basati in Belgio, Germania, Spagna, Portogallo e a Vienna.
"Il trasporto aereo è stato gestito male"
Nell’annunciare la riduzione dell’operativo O’Leary non ha risparmiato una stoccata all’Ue, sostenendo che la mossa è diretta conseguenza “della cattiva gestione del trasporto aereo in Europa da parte di alcuni Governi”. E li ha esortati ancora una volta ad adottare il sistema ‘a semaforo’ della Commissione europea, “che consente di continuare a viaggiare in sicurezza tra gli Stati dell'Ue su base regionale (senza limitazioni contraddittorie) per quei Paesi e regioni d’Europa che sono in grado di dimostrare che il loro tasso di casi Covid è inferiore a 50 per 100mila abitanti".