Un quarto di secolo di sviluppo del trasporto aereo bruciato in pochi mesi. A settembre gli scali italiani, secondo i dati diffusi da Assaeroporti, hanno registrato un totale di 5,7 milioni di passeggeri, con un calo del 70 per cento. Non solo: da marzo a settembre, ovvero dall’inizio della crisi legata alle misure anti-Covid, il calo è stato dell’83 per cento.
Cifre che riportano il settore ai livelli del 1995, bruciando di fatto i progressi fatti nel periodo di maggior sviluppo del trasporto aereo.
A crollare sono, come era prevedibile, i voli extra-Ue, che hanno perso il 91 per cento dei passeggeri. Il traffico all’interno dell’Unione europea è calato del 78 per cento, mentre i voli nazionali hanno perso il 46 per cento. I movimenti sono calati del 50 per cento, mentre il traffico merci limita la flessione al 23,4 per cento.
Nel complesso, per il 2020 viene stimato un calo di 135 milioni di passeggeri, pari a una flessione del 70 per cento anno su anno. Il fatturato perso dalle aerostazioni sarebbe pari a 2 miliardi di euro.