Associazioni, operatori di settore, enti internazionali: si allarga la richiesta di quanti vorrebbero un pronunciamento a livello comunitario per ottenere regole chiare, univoche e condivise su modalità e tempi di ripartenza del turismo, almeno entro i confini europei.
Perché in verità, l’industria dei viaggi ha già individuato in che modo potrebbe ripartire, ha messo a punto strategie e protocolli di sicurezza, ma manca un riscontro istituzionale che faccia da collettore e da garante a una strategia unitaria e certa. Ed è proprio questa incertezza, più che la paura del virus o le difficoltà economiche, a bloccare le prenotazioni future.
Un pass sanitario comune
L’ultima notizia in ordine di tempo riguarda Star Alliance, oneworld e Sky Team, che insieme hanno dato supporto all’Icao nella richiesta di un pass sanitario comune.
Le tre alleanze hanno affermato che l’armonizzazione dei test, come suggerito dall’Icao, costituirebbe la base per la ripresa.
Riaprire le frontiere
"Accogliamo con favore la pubblicazione del rapporto Cart aggiornato, che richiede fra l’altro la massima considerazione dello screening e dei test come mezzi per allentare le restrizioni ai viaggi e alle frontiere e per rilanciare l'industria dei viaggi e del turismo ", ha detto il chief executive di Star Alliance Jeffrey Goh in una dichiarazione riportata da Travelmole -. Un protocollo dettagliato e condiviso sui test potrà dimostrare che il viaggio aereo non è causa di infezioni e aprirà la strada alla creazione di un quadro di fiducia tra i paesi".
E il ceo di SkyTeam Kristin Colvile ha aggiunto: "I test e i pass sanitari digitali hanno evidenziato i mezzi per ripristinare la fiducia e riaprire le frontiere, integrando le misure di sicurezza già implementate dalle compagnie aeree e dagli aeroporti di tutto il mondo”.
Il protocollo dei porti mediterranei
Cambiano i settori, ma il nodo resta sempre la necessità di avere regole chiare per poter ripartire. Esigenza condivisa anche dal vice-presidente di MedCruise Valeria Mangiarotti, che come riportato da TheMediTelegraph ricorda come all’interno dell’associazione che riunisce i porti mediterranei ci sia una commissione al lavoro per arrivare a un protocollo unico per i Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo, indipendentemente dallo Stato in cui approda la nave.