Il business travel sarà stravolto, ma guai a darlo per spacciato. E anche se calerà come volumi, potrebbe diventare ancora più essenziale di prima per le compagnie aeree.
Già oggi i viaggi corporate sono ad alta profittabilità. Secondo una simulazione Iata, ripresa dal Corriere della Sera, un volo transatlantico Europa-Usa con un Boeing 777-300 produce un ricavo medio di 129mila dollari. I passeggeri della Business ne portano in dote 58mila, circa la metà, ma occupano appena il 10% dei posti e questo fa comprendere la proporzione tra il valore di un biglietto economy e uno rivolto alla clientela corporate.
Un esercito di venditori
A seconda delle stime, prosegue il quotidiano, si potrebbero perdere tra il 19% e il 36% dei viaggi d'affari a livello globale, sempre più sostituiti da riunioni virtuali. Ma il commercio mondiale non avrà pause. Quindi, se saliranno in aereo meno manager, c'è un esercito di venditori che avrà bisogno di stringere contatti, prima in ambito domestico-continentale, poi anche extra-europeo.
E anzi, secondo la divisione travel and tourism di Boston Consulting Group, interpellata da Bloomberg, dal 2021 i viaggiatori leisure di lungo raggio alto-spendenti saranno ancora molto frenati dall'andare alla ricerca di mete esotiche e impegnative. E il long haul, per l'industria aerea, sarà sostenuto in primis dai viaggi d'affari, un settore che a livello mondiale, prima della pandemia, valeva oltre 1.400 miliardi di dollari.
Adriano Lovera