Finora, per garantire la sicurezza dei voli aerei, si è parlato di tratte 'Covid-tested'. Come quella inaugurata da Alitalia e Adr per il Roma-New York. Ora, però, con la diffusione graduale dei vaccini è naturale pensare a uno step successivo: servirà la patente di 'vaccinato' per salire su un aeroplano?
Dal momento che la profilassi è appena iniziata in tutto il mondo, nessun Governo ha imposto questo criterio per poter sbarcare. E meno che mai lo hanno fatto i vettori. A esporsi per prima in questo senso, però, c’è stata l’australiana Qantas. “Nel futuro prossimo dovremo cambiare le nostre condizioni di volo per i turisti internazionali e chiedere loro, prima di imbarcarsi, la prova della vaccinazione” ha affermato il ceo Alan Joyce.
Per ora è solo un progetto, ma il manager lo ha ripetuto in più occasioni, sostenuto dal primo ministro australiano Scott Morrison.
Le perplessità del comparto
Il resto dell’aviazione, che già sta affrontando perdite da capogiro, si guarda bene dall’introdurre un nuovo paletto, che andrebbe a dissuadere i viaggiatori. E per tutti ha parlato Gloria Guevara, ceo di Wttc (World Travel and Tourism Council) nel corso di un panel con Reuters. “Sono in totale disaccordo con quest’approccio” ha detto. “Sarebbe al 100% discriminatorio richiedere l’obbligo di vaccinazione, sia per i lavoratori del turismo, sia per i viaggiatori” ha detto. E aggiunto: “Il turismo e l’industria aerea hanno fatto tanti sforzi sui protocolli di sicurezza, che oggi è molto più sicuro sedersi in aereo che fare la spesa al supermarket”.
Ciò non toglie, però, che il bollino di 'vaccinato' non possa avere un ruolo nel consentire l’accesso ai voli. Secondo una ricostruzione di Bloomberg, uno sviluppo possibile è il coinvolgimento delle varie app usate dai vettori, per mostrare agli imbarchi il certificato digitale di test-negativo (Alitalia, ad esempio, usa la AOKpass). Nei software andrebbe integrata la possibilità di mostrare il proprio certificato di vaccinazione.