Lo spettro aleggia di nuovo e si chiama rinvio, anche se sarebbe meglio usare questa parola al plurale. Perché il rinvio sembra coinvolgere più attori della tormentata vicenda Ita-Alitalia, la cui parola fine continua ad allontanarsi progressivamente, con conseguenze pesanti sulla compagnia aerea e su tutto il sistema turistico italiano.
L’ostacolo Ue
Le ultime tappe del confronto con la Commissione europea in attesa di un via libera dopo avere rimesso mano al piano industriale in base alle richieste della Ue sembravano avere aperto la strada a un imminente via libera. La scorsa settimana l’ultimo meeting, le parole cordiali e compiacenti da parte della commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager avevano tutto l’aspetto dell’apertura. Poi il silenzio e la necessità, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, di dovere approfondire la questione del fondo per i rimborsi dei biglietti aerei che non potranno passare da Alitalia a Ita. Altro tempo.
Effetto domino
Forse questo lo si potrebbe definire il primo tassello del domino, che porta poi con sé in primis l’attuale compagnia che cerca di sopravvivere tra notevoli sofferenze e una cassa sempre più vuota. I quasi 40 milioni sbloccati dall’Unione europea nel pacchetto di aiuti consentiranno di erogare ancora qualche stipendio, ma a monte manca la forza economica per competere sul mercato a favore di una flotta di vettori low cost e non solo che stanno guadagnando spazio settimana dopo settimana.
Infine Ita: l’estate è ovviamente saltata, ma a questo punto anche l’autunno rischia di non essere più quello inizialmente preventivato, con l’avvio a fine ottobre, in concomitanza con la partenza dell’orario invernale. Ora si inizia a parlare di novembre. Forse. Perché di rinvio in rinvio si potrebbe perdere qualche pezzo per strada.