La Iata preme affinché la Commissione europea prolunghi la validità del certificato digitale Covid dell'Ue a un anno intero.
La Commissione europea ha recentemente raccomandato una validità fino a nove mesi, ma Iata afferma che questo periodo non è sufficiente a coprire le tempistiche in atto nei diversi Paesi per somministrare le dosi di richiamo.
"I nove mesi proposti dalla Commissione europea potrebbero essere insufficienti. Sarebbe meglio posticipare questo requisito fino a quando tutti gli Stati non riescano ad offrire il richiamo a tutti i cittadini, estendendo quindi la validità della vaccinazione a dodici mesi - ha spiegato Rafael Schvartzman, vicepresidente regionale della Iata per l'Europa in un intervento riportato da Travelmole -. È fondamentale che gli Stati armonizzino il loro approccio al periodo di tempo consentito tra il momento della vaccinazione completa e la somministrazione della dose aggiuntiva. La proposta di gestire le limitazioni alla validità del Dcc crea molti potenziali problemi. Le persone che hanno ricevuto il vaccino prima di marzo, inclusi molti operatori sanitari, dovranno avere accesso a un richiamo entro l'11 gennaio o potrebbero non essere in grado di viaggiare".
Iata ha anche evidenziato le lacune nel riconoscimento dei vaccini, sollevando dubbi sulla raccomandazione della Commissione secondo la quale i viaggiatori vaccinati con un vaccino non approvato dall'Ue dovrebbero presentare un test Pcr pre-partenza negativo. "Questo scoraggerà i viaggi da molte parti del mondo, dove i tassi di infezione sono bassi, ma la popolazione è stata vaccinata con vaccini approvati dall'Oms che devono ancora ottenere l'approvazione normativa nell'Ue".