“Sono passati poco più di 4 mesi dall’inizio del mio mandato come country manager di Ryanair in Italia, ma sono stati talmente intensi che mi sembra siano passati due anni. Posso però dire che mi sento un privilegiato a ricoprire questo ruolo”. Mauro Bolla sceglie la sede di Aviareps a Milano per un primo incontro con la stampa trade, per raccontarsi e raccontare cosa intende fare la compagnia low cost in Italia e il perché della scelta di affidarsi a un country manager come avviene anche in Spagna e Portogallo, “ma altri Paesi seguiranno”, anticipa.
I piani per il trade
E un incontro con la stampa di settore non può non avere un approfondimento su un tema spinoso per il vettore come quello del b2b, fatto di rapporti controversi con le imprese del comparto, agenzie di viaggi in primis, ma anche con più o meno recenti passi avanti e avvicinamenti impensabili a un certo punto della storia di Ryanair. “Io credo che si debba partire da un punto, ovvero quello che noi attualmente offriamo come compagnia – prosegue il manager -: abbiamo un portale gruppi, perché secondo noi le agenzie hanno un grande ruolo nei viaggi più complessi (e in tante lavorano con noi); siamo implementati sui gds, Sabre e Travelport, e tutte le agenzie possono così acquistare il nostro prodotto per i loro clienti. Quindi direi che definirci contro il b2b non è corretto, anche se capisco che si vorrebbe ancora di più”.
Work in progress
Ma Bolla non si ferma al presente, ricordando che già in passato ci sono stati tentativi di arrivare a un vero e proprio portale dedicato alle agenzie senza che poi il progetto riuscisse ad andare in porto. “Credo che ci potranno essere novità tra non molto, però posso dirvi che in questo momento quello del b2b è un tema di grande attualità in azienda perché se ne percepisce l’importanza. Anche se ci sono dei limiti che non possono essere superati”.
Il nuovo incarico
Ma per spiegare più in generale quali sono gli obiettivi del suo incarico, Bolla racconta un retroscena legato al momento della scelta di affidargli il ruolo. “A un certo punto mi hanno chiesto: tu cosa cambieresti di Ryanair in Italia? Ho pensato che fosse come chiedermi tu come reinventeresti la ruota… Allora ho spiegato che la ruota va benissimo, semmai lavorerei sul contenuto del carretto che poggia sulla ruota perché sono convinto che in Italia non ci sia una percezione corretta di Ryanair in Italia e per cambiarla serve essere sul territorio, agire a livello locale e con le istituzioni, comprendere e agire di conseguenza”.
L’immagine
Il country manager dice che alcuni passi sono stati già fatti a partire dei vari incontri a livello locale, dalla battaglia in cui Ryanair crede molto dell’abolizione dell’addizionale (“è un’anomalia solo italiana – dice – per la quale noi versiamo di tasse oltre mezzo miliardo all’anno”). Ma serve un passo in più: allontanare l’idea di compagnia straniera in Italia per passare a quello di un vettore nazionale. “Questa estate avremo il 35 per cento di share nell’offerta, serviremo 29 aeroporti in totale di cui 17 basi, avremo oltre 90 aerei, tremila dipendenti diretti e 40mila con l’indotto con un ritorno sul territorio in termini di vantaggi impossibile da quantificare, ma tangibile. E se verrà abolita l’addizionale aggiungeremo altri 40 aerei: Michael O’Leary ha fatto una promessa all’Italia e la manterrà”.