C’è stato un tempo in cui la Linate-Fiumicino era la regina incontrastata delle rotte domestiche italiane, tanto da spingere alcune compagnie a chiamare in causa le autorità Antitrust per redistribuire gli slot sulla preziosa direttrice.
Poi l’arrivo dell’Alta velocità ha sconvolto lo scenario: il 2009 è stato l’ultimo anno in cui la rotta è risultata la più trafficata del trasporto aereo italiano. Non solo: 16 anni fa gli aerei tra Milano e Roma imbarcavano il 10% dei passeggeri totali dei voli nazionali: ad oggi, come riporta corriere.it, la percentuale è crollata al di sotto del 2%.
Nuove soluzioni
Uno scenario che impone un cambio di prospettiva per il trasporto aereo e soprattutto per il ruolo di Linate.
Il Governo infatti, alcune settimane fa, ha chiesto alla Commissione europea di modificare il decreto Delrio che stabiliva il raggio d’azione di Linate.
La richiesta dell’Esecutivo è di consentire al city airport di Milano di operare rotte verso Paesi non Ue nel caso in cui si trovino entro 1.500 chilometri di distanza (calcolo effettuato con il metodo della rotta ortodromica): un dettaglio che consentirebbe allo scalo di essere collegato con il Regno Unito post Brexit, ad esempio, ma anche con mete come Serbia, Montenegro, Kosovo, Albania, Macedonia, Tunisia o Algeria.