Tra i timori del turismo, tre mesi fa, c’era la percezione dell’Europa nei viaggiatori al di là dell’Oceano. Il conflitto russo-ucraino era appena iniziato e si attendeva di capire come i mercati di lungo raggio avrebbero interpretato gli eventi, con il dubbio di un crollo delle prenotazioni a causa delle vicende geopolitiche.
Ora i dati della European Travel Commission e di Eurail mostrerebbero infatti che il principale scoglio nelle prenotazioni da paesi come Canada, Brasile, Giappone e Stati Uniti non sarebbe il conflitto, bensì l’aumento dei prezzi e la situazione economica generale. I dati non riguardano solo la propensione ai viaggi verso i Paesi dell’Unione europea, ma verso i viaggi in tutto il Continente, Regno Unito compreso.
Secondo il rapporto, riporta ttgmedia.com, “sebbene il conflitto russo-ucraino abbia creato nuove sfide per il settore dei viaggi europeo, sembra aver avuto un impatto limitato sul sentiment nella maggior parte dei mercati di origine a lungo raggio”. Discorso diverso ovviamente per i bacini di Cina e Russia, che in questo momento si trovano in una situazione completamente differente.
I principali timori
Questo non significa però che, secondo la ricerca, non ci siano altri elementi che vengono guardati con sospetto. Innanzitutto viene monitorata con attenzione la situazione legata al Covid 19. Ma sotto la lente ci sono anche i costi di viaggio. Un ulteriore scoglio è anche rappresentato dalla mancata di collegamenti.
Tuttavia, per il momento il trend registrato dalle compagnie aeree per i viaggi dagli Stati Uniti verso l’Europa è decisamente positivo, come confermano ad esempio i dati di Iberia.