Scoraggiare il traffico intercontinentale da Linate e favorire i voli di lungo raggio da Malpensa. Sono le motivazioni alla base dell’ordinanza a cui starebbe lavorando l’Enac all’interno del piano che ridisegna il futuro degli aeroporti italiani.
Una novità anticipata dal Corriere della Sera, che aiuterebbe Malpensa a crescere, ma che rischia anche di causare contenziosi legali a catena con i vettori che operano dal Forlanini. Oggi con un unico biglietto le compagnie possono infatti portare i passeggeri da Linate verso i propri hub europei e da qui imbarcarli sugli aerei diretti in America, Africa e Asia. Il bagaglio consegnato all’aeroporto meneghino viene raccolto direttamente alla destinazione finale. Tecnicamente una forzatura, che secondo i tecnici dell’Enac, contraddice la natura di city airport dello scalo e sottrae traffico prezioso all’Italia.
Di qui l’idea dell’autorità dell’aviazione civile di ribadire la natura di aeroporto point to point di Linate e costringere gli utenti che atterrano in Europa ad andare ai nastri di consegna, ritirare il bagaglio e rifare la trafila ai banconi del check-in prima di prendere il nuovo aereo diretto verso una meta extra Ue. Un iter che obbligherebbe le aviolinee a prevedere connessioni orarie doppie rispetto a quelle attuali.
E che avrebbe un impatto significativo sul traffico extra Ue alimentato dal Forlanini. Nel 2018, rivela un’analisi del quotidiano, 1,2 milioni di persone sono partite da Linate alla volta di una città europea e da qui verso altri continenti.
Amina D'Addario