Una completa rivoluzione che ha stravolto l’equilibrio delle connessioni aeree internazionali, modificando la geografia degli assi portanti portandola prevalentemente dall’Europa agli Stati Uniti. Un cambiamento radicale che potrebbe ricomporsi fra 2 o 3 anni, ma che potrebbe anche lasciare segni definitivi. E’ quanto emerge dal report ‘Megahubs Index 2022’ di Oag, il provider internazionale che analizza i dati del trasporto aereo, sulla connettività nazionale e internazionale degli aeroporti.
Dominio Usa
Lo studio relativo al 2022 fa emergere una top ten quasi interamente dominata dai principali aeroporti statunitensi, con l’unica eccezione di Città del Messico. Il podio vede al primo posto lo scalo di Chicago O’Hare seguito da Dallas e Atlanta, ma quello che impressiona è il confronto con il 2019: se infatti Chicago guadagna solo due posizioni, il texano Fort Worth sale dalla 19esima piazza. E ancora più sbalorditiva è la situazione di Seattle e Denver, rispettivamente quarto e quinto: tre anni fa il primo viaggiava in 37esima posizione e il secondo addirittura in 80esima. Un abisso.
La trasformazione
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera l’analisi di Oag farebbe emergere come la pandemia e soprattutto la ripresa che ne è seguita non avrebbe riportato a uno status quo, ma a una connettività profondamente cambiata anche in virtù di alcune restrizioni ancora presenti e soprattutto a un radicale cambiamento della domanda da parte del pubblico, che avrebbe scoraggiato molti vettori dal ripristinare alcuni collegamenti.
Europa nelle retrovie
Ne sono un esempio i grandi hub del Vecchio Continente, dove si è sviluppato un traffico di prossimità nettamente dominante rispetto al lungo raggio. Ecco allora che il primo grande scalo in classifica, Londra Heathrow, non va oltre la 22esima posizione (ma nel 2019 era primo), Francoforte, allora secondo, la trentesima, superato anche da Parigi Charles de Gaulle. In questo contesto chi ha subito un forte contraccolpo è l’Italia, al momento completamente fuori dai giochi: Fiumicino non compare nelle prime 50 posizioni mentre prima era salita fino al 34esimo posto: un calo del 29 per cento della connettività globale dovuta anche all’uscita di scena di Alitalia.