Apparentemente sembra una riduzione di non grande entità, considerando che per gli aerei a corridoio singolo Airbus è scesa da 45 a 40 aerei al mese e Boeing da 31 a 20. Ma tanto è bastato per mandare in tilt i programmi delle compagnie aeree che avevano effettuato gli ordini più importanti con spostamenti delle consegne alle volte anche di mesi e la conseguente revisione al ribasso degli schedule programmati per il prossimo futuro.
Le cause
Si abbatte una nuova tegola sul trasporto aereo e in particolare sul tentativo da parte delle compagnie di rialzare completamente la testa e soprattutto rimettere in moto la macchina dello sviluppo. In un contorto gioco di reazioni a catena il comparto di trova di fronte a un tema di fondo che è quello dei ritardi nelle forniture, con il conseguente rallentamento nella produzione degli aerei oppure nella rivisitazione e ammodernamento dei velivoli già in flotta. E per i produttori, secondo quanto riportato da Corriere.it, non resta che alzare bandiera bianca e abbassare i ritmi della produzione a fronte di ordini che negli ultimi due anni sono tornati a correre, vista la necessità di rinnovare e fare crescere le flotte.
Senza scampo
Il problema allo stato attuale non sta risparmiando nessuno, da chi attende gli A320 o i B737 Max a chi aveva necessità di lanciare le nuove business class come annunciato in precedenza; per tutti la parola d’ordine è ora una sola: rinvio. Oppure mettersi alla ricerca di mezzi in leasing temporaneo per ovviare almeno in parte alla situazione, anche se gli aerei disponibili anche su questo fronte stanno lentamente diminuendo: questi sono ora infatti l’unica speranza per le nuove compagnie che si affacciano sul mercato, per le quali la possibilità di accedere a velivoli freschi di produzione non ci sarà prima di 5-6 anni.