Il percorso di recupero è stato consistente, ma anche nel 2022 i livelli di traffico aereo su base mondiale sono rimasti lontani dai risultati prepandemici. E’ quanto emerge dai dati sull’intero anno resi noti dalla Iata, secondo i quali l’anno passato c’è stata una crescita del 64,4 per cento della domanda rispetto al 2021, mentre il gap sul 2019 è ancora del 23,1 per cento.
L'andamento
Nel settore la crescita è avvenuta sia sui movimenti domestici sia su quelli internazionali, questi ultimi in particolare per la ripresa di numerose direttrici a lungo interrotto a causa delle regole stringenti per il Covid. Per quanto riguarda i singoli continenti, l’Europa al momento si trova in vetta in termini di share di traffico davanti al Nord America, mentre le posizioni si invertono se si prende in esame il risultato del load factor, che per entrambi è comunque sopra l’80 per cento).
"Speriamo che il 2022 sia ricordato come l'anno in cui i governi hanno bloccato per sempre le catene normative che hanno tenuto i loro cittadini legati alla terra per così tanto tempo – è il commento del ceo Iata Willie Walsh -. È fondamentale che i governi imparino la lezione che le restrizioni di viaggio e la chiusura delle frontiere hanno scarso impatto positivo in termini di rallentamento della diffusione delle malattie infettive nel nostro mondo globalmente interconnesso. Tuttavia, hanno un enorme impatto negativo sulla vita e sui mezzi di sussistenza delle persone, nonché sull'economia globale".