Assaeroporti, Carlo Borgomeo: ‘Inaccettabile l’esclusione dal Pnrr’

Le previsioni sui tempi di recupero dei numeri rispetto al 2019 sono state superate dalla realtà e il 2023 si appresta a chiudersi con qualcosa come 200 milioni di passeggeri in transito negli aeroporti italiani, dato in crescita rispetto a quello dell’ultimo anno prima del Covid.

Naturale quindi la soddisfazione del presidente di Assaeroporti, Carlo Borgomeo, che in occasione di Hospitality Forum ha posto l’accento sul vantaggio competitivo dell’Italia, pronta a ripartire nel post pandemia grazie a un’oculata gestione dei dipendenti che grazie alla Cig non sono stati licenziati e sono quindi stati reintegrati a fine emergenza.

“Stiamo assistendo a una fase di ripresa incredibile, specie per quanto riguarda Sud e isole – spiega il manager -. Si tratta di un trend destinato a durare, con il volume totale  dei passeggeri cresciuto del 49% dal 2009 al 2019 e del 73% se si considera solo il Sud della Penisola”.

Il dato viaggia di pari passo con un incremento del 70% delle rotte servite, con la riduzione del 20% circa dei tempi di connessione con le altre città europee e con un incremento degli stranieri del 78% dal 2008 al 2018.

Ma… c’è un ma che preoccupa Borgomeo. “Stiamo subendo la forte concorrenza di altri Paesi e sicuramente l’aumento delle addizionali comunali non ci giova. In più i fondi del Pnrr sono stati correttamente allocati in innovazione tecnologica e trasporto ferroviario. Non c’è invece alcuna traccia del discorso legato agli incentivi per gli aeroporti, una misura assolutamente necessaria per combattere la concorrenza internazionale ad armi pari”.

Borgomeo sottolinea inoltre come il discorso legato alla sostenibilità sia corretto, ma serva pure un “atteggiamento politico intelligente. E’ necessario definire un progetto per aeroporti e viabilità, anche se al momento non vedo strade aperte. Non più tardi di oggi il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnnr Raffaele Fitto ha affermato che non ci sono segnali positivi. E’ un paradosso: anche se si tratta di investimenti in ambito digitale ed ecologico, quando si parla di aeroporti, presso l’Unione europea si resta inascoltati”.

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