Frenata brusca sui collegamenti domestici, dove compare addirittura un segno meno (salvo aggiustamenti in corsa nelle prossime settimane), contrastato da un deciso incremento sulle rotte internazionali. Sarebbe questo il quadro dell’offerta sull’Italia in questi primi nove mesi dell’anno da parte delle compagnie aeree low cost, che restano comunque padrone del mercato nazionale.
E’ quanto emerge dall’analisi effettuata dal Corriere della Sera sulla base dei dati Cirium Diio. Il numero dei posti offerti complessivamente da Ryanair, easyJet, Wizz Air, Volotea e Vueling risulterebbe infatti inferiore di due milioni rispetto all’anno passato. Un calo compensato in parte dalla forte ascesa di Aeroitalia, che ha quasi raddoppiato l’offerta, e dall’incremento più contenuto di Ita Airways. Sommando il tutto ne emerge quindi una contrazione anno su anno che si ferma allo 0,6%. Diverso il discorso relativo ai voli oltreconfine, sempre delle low cost: in questo caso la crescita risulta a doppia cifra, per un totale di 8 milioni di posti in più sul 2023.
Cosa ci sarebbe alla base di questo cambio di rotta rispetto al passato? Intanto i maggiori costi dell’Italia rispetto ad altre realtà europee, che hanno indotto le compagnie a fare delle scelte a fronte di una situazione aerei ancora molto complessa. Basti pensare che Wizz Air deve fare i conti con molti velivoli fermi per la sostituzione del motore e sull’Italia (voli interni) ha tagliato il 45% dei posti. Non ci sarebbero invece problemi con i 737 Max, assenti nella versione 9 nel Vecchio Continente, anche se resta il tema del ritardo nelle consegne dei nuovi aerei.