Location, risparmio energetico e consumo del territorio quasi nullo: questi sono i tre fattori chiave che portano al successo il modello del turismo plein air. Almeno, questo è quanto sostiene Adriano D'Andrea Ricchi, consigliere delegato Club del Sole. “Nei nostri 15 campeggi in Italia abbiamo già riorganizzato check in e gestione degli ospiti, oltre alla sanificazione dei locali comuni: molte sono procedure che avevamo già in essere prima del Covid”. Insomma, come dire che i campeggi sono nati ‘preparati’ alle pratiche di sicurezza e di distanziamento sociale che il periodo post pandemia impone di adottare.
Nella scelta delle vacanze, oltre alla nuova necessità di vita all’aria aperta, emerge anche e non da poco tempo anche la tematica ambientale.
“Le nuove generazioni italiane sono molto simili a quelle del Nord Europa – concorda Loek van de Loo, fondatore di Vacanze con il Cuore -: chi ha bimbi piccoli dalle grandi città viene volentieri nelle nostre strutture, dove negli anni abbiamo aggiunto piscine, bagni più belli, case mobili, animazione per i più piccoli”. Insomma, la necessità di avere un contatto più stretto con la natura sta diventando importante anche per i turisti tricolore, che patiscono sempre di più la mancanza di spazio e di verde che caratterizza le conurbazioni urbane più importanti.
Per questo motivo, anticipa Carlotta Ederle, consigliere delegato Vacanze di Charme, per entrare in contatto più diretto con i bisogni delle nuove generazioni di italiani “useremo video divulgati sui social per attirare giovani famiglie, coppie di Millennials e la generazione Z, con una campagna emozionale che metterà in risalto i punti di forza delle vacanze open air: benessere e tranquillità, comfort, grandi spazi”. Tutto quello che sembra essere necessario alle vacanze del post Covid.