Fanno sentire i clienti coccolati, ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le tasche. E anche durante il periodo più nero della pandemia, quando il prodotto sugli scaffali delle agenzie scarseggiava, hanno sempre rappresentato un’ancora di salvezza. Sono le crociere, uno dei format più longevi del turismo organizzato. Capace, dicono i dettaglianti interpellati da TTG Italia, di reinventarsi e reagire a ogni crisi, compresa quella sanitaria degli ultimi due anni. “Le crociere hanno resistito a tutti i terremoti e ci sono sempre state - riflette Daniele Moretti, alla guida della Astro Viaggi di Roma -. Alla fine hanno sempre rappresentato un prodotto facile da proporre e per tutte le occasioni. Basta pensare alle intramontabili crociere nel Mediterraneo o a quelle sul Nilo per i viaggi di nozze che oggi purtroppo non si possono più fare, ma che fino a una quindicina di anni fa facevano furore”.
Alla versatilità si aggiunge poi il lavoro delle compagnie crocieristiche che, riconosce un agente di lungo corso come Giambattista Merigo, della Amerigo Viaggi di Brescia, “negli anni hanno saputo investire ed evolversi, non solo proponendo dei meccanismi forti a livello commerciale per incentivare le prenotazioni, ma anche puntando su comfort e tecnologia. Ecco perché anche per quest’estate saranno uno degli assi portanti delle vendite”.
Merito di itinerari più ricchi ma anche, secondo Massimo Ferrara, titolare della Freelander Viaggi di Napoli, degli sforzi che all’indomani dell’allarme coronavirus hanno affrontato gli operatori per tornare in pista.
“All’inizio del 2020 - ricorda Ferrara - le navi erano state additate come luoghi di contagio. Pochi mesi più tardi questo stereotipo è stato completamente ribaltato da protocolli rigidissimi che hanno trasformato la crociera in una delle vacanze più sicure oggi sul mercato”.
Le qualità
Un prodotto passepartout in grado di sostenere le vendite nelle fasi più complicate della pandemia secondo Giusy Celozzi, titolare della Skyemotions Travel di Foggia: “Non c’è dubbio che le crociere ci abbiano dato una grossa mano anche in questi mesi di restrizioni e mete estere non accessibili. Grazie ai protocolli e alle bolle - prosegue - sono state poi capaci di garantire un ecosistema sicuro che ha convinto anche i viaggiatori più diffidenti”.
Allarga il discorso agli standard sopra la media Gaetano Pistone, titolare de Le Colonne d’Ercole di Enna e fondatore di Buonacrociera.it. “Ormai le navi sono dei magnifici hotel 5 stelle galleggianti in grado di offrire un rapporto qualità prezzo che forse non ha eguali se confrontato con i villaggi sulla terra ferma”.
Un punto, quello della qualità rispetto a un pricing non esorbitante, su cui converge anche Stefano Aiello, proprietario della Di Paola Viaggi di Campobasso: “Di fatto le crociere rappresentano una soluzione fruibile anche per chi non ha disponibilità ampissime e, magari accontentandosi di cabine interne, ha l’opportunità di godere di un servizio di alto livello e di sentirsi coccolato”.
Ma, avverte Giuseppe Abbatepaolo, titolare della Montedelia Tour di Alezio, in provincia di Lecce, non si tratta comunque di un prodotto “cheap”. “Parliamo di un format - sostiene - che ha molte sfaccettature, sicuramente più completo rispetto a qualche anno fa. Con una buona preparazione e se presentato nella giusta ottica riesce anche a gratificare chi lo vende”.
Non va poi sottovalutata, secondo Alice Di Marco, direttore tecnico della Perla Nera Viaggi di San Mauro Pascoli, in provincia di Forlì-Cesena, la flessibilità che gli operatori stanno dimostrando per incentivare le vendite e tornare all’advance booking che nel pre-Covid rappresentava la regola.
“La linea - indica - è quella di favorire il più possibile le prenotazioni anticipate offrendo la possibilità di cancellare fino all’ultimo, per qualsiasi motivo.
Un’apertura non scontata che i player del mare hanno invece avuto il coraggio di fare”.
Le criticità
Nonostante i tanti punti di forza, gli agenti di viaggi sanno comunque che le crociere non sono un vestito che tutti possono indossare. “A un cliente abituato al tailor made e ai viaggi di scoperta - rileva Alice Girardi, amministratore della Docteur Voyage di Vedelago, in provincia di Treviso - è alla fine difficile proporre un itinerario che pur toccando porti diversi costringe comunque a rimanere su una nave”.
Altro forte deterrente alle prenotazioni, le escursioni “protette” fruibili solo se organizzate dalla compagnia. “È vero - evidenzia Fabiana Mucci, amministratore della Zuma Travel di Ostia, alle porte di Roma - che sono state l’unico modo per proseguire anche a terra gli standard di sicurezza costruiti sulla nave, però è stato anche l’aspetto che in questi mesi ha fatto storcere il naso a molti. Una limitazione molto pesante che quando verrà tolta spingerà ancora di più le prenotazioni di questo segmento”.
Una restrizione poco gradita anche per il suo impatto non trascurabile sul pricing. “Diversi clienti hanno alla fine desistito dal prenotare proprio perché le escursioni a terra non erano libere - racconta Sofia Calathopoulos, direttore tecnico della MyDigitalTravelAgency -. Ma - aggiunge - è comprensibile se si considera che se si sceglie di scendere in tutti i porti si può anche raddoppiare o quasi il prezzo della crociera. Soprattutto per le famiglie è una spesa difficilmente sostenibile”.
Qualcuno, nota Pasquale Dambra, dell’ufficio amministrazione della Ormas Viaggi di Barletta, si lascia scoraggiare anche dai protocolli fin troppo rigidi che le compagnie hanno messo a punto per contrastare il Covid. “Purtroppo manca ancora la serenità. E quando passi venti minuti a spiegare le regole e quanti tamponi bisogna fare prima di salire a bordo ci sono persone anche tra i crocieristi più incalliti che finiscono per rinunciare”.
Gli itinerari
Ma se il sistema delle bolle non è riuscito alla fine a convincere tutti i viaggiatori, non ci sono dubbi che, pur tra mille limitazioni e difficoltà dovute alla pandemia, le compagnie abbiano continuato a lavorare per ampliare la programmazione. “Alla fine - rileva Cesare Foà, titolare della Fancy Tour di Napoli - l’unica novità di rilievo di un anno che ci ha lasciato ben pochi spazi di manovra è arrivata dal settore delle crociere con l’Arabia Saudita. Una destinazione attraente che probabilmente aprirà la strada a una domanda tutta nuova che si è appena messa in moto”.
Nonostante la new entry non manca però la delusione per la mancata apertura dei Caraibi, dove le compagnie hanno ripreso a operare, ma ancora off limits per il mercato italiano. “La richiesta c'è, ma purtroppo - constata con amarezza Angela Schena, addetta booking della Agintour di Monopoli, in provincia di Bari - è stata bloccata ancora una volta sul nascere. Un vero peccato per un tipo di prodotto che prima della pandemia era molto richiesto e che veniva abbinato senza problemi a soggiorni a Miami o New York, diventati dei veri classici, soprattutto con i viaggi di nozze”.
E che ci sia una domanda pronta a tornare nei Caraibi lo sostiene del resto anche Nadir Vedana, titolare della Desiderando Viaggiare di Ravenna. “Sarà per la percezione sempre più diffusa di essere ormai quasi fuori dal tunnel o per il fatto che si si parli finalmente della fine dello stato di emergenza, è innegabile che ci sia un discreto interesse per gli itinerari nei Caraibi. Per ora ci limitiamo solo a fare preventivi, ma di sicuro non appena sarà possibile tornarci, le richieste saranno corpose”. Ma se le crociere lungo raggio sono ancora una chimera, non bisogna però pensare che quelle di prossimità siano prive di insidie. “Purtroppo sulla carta abbiamo bellissimi itinerari anche nel Mediterraneo che però - avverte Maria Luisa Fossaroli, dell’agenzia viaggi Mirò di Ancona - non sono ancora pienamente fruibili da noi italiani. Pensiamo solo alla Tunisia, oggi tornata nelle mappe delle navi da crociera, ma tuttora fuori dalla nostra portata. Rispetto ad altri mercati europei viviamo ancora situazioni di forte disparità”.