Alla fine, a rispondere sono sempre le agenzie di viaggi o i tour operator. Questo l’affondo lanciato da Ectaa a proposito delle possibili revisioni della normativa europea sui pacchetti di viaggio. Dopo le vicende Covid, infatti, nei corridoi di Bruxelles si è aperto il dibattito su una revisione delle regole all’interno dell’Unione. Ma l’associazione europea delle agenzie di viaggi passa al contrattacco.
In un comunicato, infatti, Ectaa sottolinea come “dopo più di due anni di discussioni” diventi sempre più chiaro “che la Commissione europea proporrà solo regole più stringenti per i tour operator senza regole simili per altri attori della filiera”. In altre parole, come spiega più avanti nella nota, nulla del genere è previsto per le compagnie aeree.
I temi sul tavolo
Ad esempio, prosegue Ectaa, la commissione Ue “dovrebbe annunciare una limitazione dell’acconto da parte dei consumatori al 20% del prezzo del pacchetto”. Tuttavia, aggiunge, “nessuna limitazione simile si applicherà alle compagnie aeree”.
Frank Oostdam, presidente di Ectaa, dichiara senza mezzi termini: “La commissione sta chiudendo un occhio sul principale elemento di diffidenza da parte dei consumatori durante la pandemia. Sebbene le lamentele dei viaggiatori abbiano raggiunto il picco durante la pandemia, il fenomeno riguardava principalmente le compagnie aeree. I reclami sul solo volo sono stati 4 volte più alti nel 2020 e 10 volte più alti nel 2021”.
Inoltre l’associazione sottolinea anche che per i viaggi tutto compreso i clienti sono tutelati in caso di fallimento, mentre non ci sono garanzie simili per clienti, tour operator e agenzie nel caso di default da parte di un vettore; il quale, ricorda ancora Ectaa, incassa in anticipo l’intero importo senza limiti sull’acconto.
E ancora, tornando alle possibili modifiche del regolamento sui pacchetti di viaggio, “la Commissione europea dovrebbe rendere gli intermediari responsabili del rimborso dei viaggiatori in caso di volo cancellato prima di ricevere i soldi del rimborso dalla compagnia aerea, esercitando ulteriore pressione finanziaria sulle loro spalle. Così facendo, i piccoli intermediari fungerebbero essenzialmente da ‘banche’, ma senza applicare interessi, per le grandi compagnie aeree”.