Gianni Domizi è un signore per bene. Ha un albergo a Civitanova Marche, al mare. Si chiama Hotel Solarium e quando la Protezione civile ha chiesto la disponibilità ad ospitare degli sfollati, lui non si è tirato indietro. E non intende farlo, “perché quella povera gente ha bisogno”.
Il signor Gianni racconta che il primo giorno, dopo la terribile scossa di domenica, sono arrivati in 14, ospitati dalla Protezione civile, e altrettanti sono arrivati pagandosi il soggiorno di tasca propria “perché no, non potevano proprio stare, la paura era troppa”. Arrivano da Camerino, da Visso, dai comuni messi in ginocchio dal sisma gli ospiti d’inverno del signor Gianni. E fanno una vita da pendolari. “La mattina escono e se ne vanno, probabilmente tornano alle loro case, a cercare di recuperare qualcosa, oppure vanno al lavoro, perché magari non lavorano lì dove è crollato tutto e bisogna pur andare avanti”.
Andare avanti sembra essere la cosa più difficile. “È arrivato un ragazzo, il primo giorno: era così terrorizzato che non riuscivamo a tranquillizzarlo – dice -. Ora va meglio, arrivano ma sono più tranquilli… Insomma, più o meno” si corregge.
La vita all’hotel Solarium non è facile in questi giorni. “Non si sa quando arrivano – dice ancora il signor Gianni -. La Protezione civile chiama di continuo, ma non ho più disponibilità. Però forse domai se ne va qualcuno, trova un’altra sistemazione, magari riesce a tornare a casa, a superare anche la paura”. È che il signor Gianni ha un gran cuore: ci sono dei bambini, con i genitori, arrivati ieri. Avrebbero bisogno che qualcuno li tenga durante il giorno, così il papà e la mamma possono tornare a casa a vedere cosa si può recuperare. Lui lo dice, chissà che qualcuno ascolti.
E poi ci sono le persone da sfamare. “Perché io l’ho detto alla Protezione civile che non avevo disponibilità per i pasti, ma poi mi è arrivata gente che non lo sapeva e allora ho deciso di offrire almeno un pasto. Lo faccio di tasca mia, ma come si fa a lasciare la gente senza mangiare…” Certo, poi i conti devono tornare, perché l’albergo è un impresa, dopo tutto: “Dicono che ci pagheranno a 60 giorni, chissà se sarà davvero così. Speriamo…”
Il signor Gianni e suoi ospiti ci provano ad andare avanti. Sarebbe tutto più facile, dice, “se solo qui la terra smettesse di tremare”. C. P.