Prima il settore dei beach club di lusso, poi lo sviluppo della divisione alberghiera. E ora l’ultimo passo: lo sbarco a Wall Street. Nikki Beach guarda alla Borsa e anche se, come spiega ilsole24ore.com, le bocche sono ancora cucite il dossier è di sicuro sul tavolo della famiglia. E sì, perché pur sempre di un’azienda familiare si tratta nonostante, con il tempo, si sia trasformata in un villaggio globale per super ricchi.
Ruolo di prino piano per la Penisola
Un villaggio in cui l’Italia, spiega ilsole24ore.com, ha un posto di rilievo, dal momento che ospita lo stabilimento della Versilia, che ha debuttato lo scorso anno, e quello della Costa Smeralda, partito quest’anno. Ma non finisce qui, come anticipa Peter Haigney, manager del Nikki Beach e uomo di fiducia della famiglie Penrod, che parla di altri progetti in ballo per il nostro Paese. Il sogno nel cassetto sembra essere Taormina, ma l’altra pedina potrebbe essere Capri.
Un piano per ora solo accennato dal momento che, per passare dalle parole ai fatti, ci vorrà tempo, e soprattutto denaro: ogni nuova apertura richiede, infatti, un investimento che oscilla tra i 3,5 e i 6 milioni di dollari.