L’aumento dell’Iva su alberghi e ristoranti avrebbe “conseguenze gravi su un settore che conta più di un milione di occupati e che ha un impatto economico complessivo di oltre 120 miliardi di euro”. Così il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca (nella foto), e il presidente di Fipe Lino Stoppani lanciano l’allarme sull’ipotesi di un incremento dell’Iva agevolata. Anche perché andrebbe a inserirsi in un momento particolarmente complesso per la travel industry.
“Le imprese del settore turismo - affermano - attraversano una fase di difficoltà, determinata da un insieme di concause, tra cui spiccano il calo della domanda tedesca (nostro principale mercato estero), la stagnazione della domanda italiana (che costituisce il nostro principale mercato), il fallimento del secondo tour operator europeo (che ha lasciato due miliardi di euro di debiti), il dilagare degli abusivi e della concorrenza sleale e la riapertura di alcuni mercati della sponda sud del Mediterraneo (in primis Egitto, Turchia e Tunisia)”.
L’aumento delle imposte rappresenterebbe, aggiungono le due associazioni, un colpo alla competitività dell’Italia.