Un calo previsto sui volumi dal 45 al 55%. È questo quello che toccherà agli hotel italiani secondo uno studio di Thrends, società di consulenza specializzata nell’analisi nel settore turismo e hospitality. Secondo gli analisti, si legge sul Sole 24 ore, se la fine del lockdown sarà intorno al 15 aprile, si prevede un crollo della domanda alberghiera per circa 126 milioni di presenze, in pratica un -45% sui volumi 2018-2019.
Se, invece, l’emergenza dovesse concludersi un mese dopo, ossia intorno al 15 maggio, i danni subiti dal comparto alberghiero sarebbero ancora più pesanti, con un calo di circa 153 milioni di presenze, in pratica un -55%. Le destinazioni più colpite in Italia saranno le città d’arte con un calo potenziale sul volume annuo del 2020 pari a circa il 50% nello scenario più favorevole. Fra i mercati esteri che dimostreranno una caduta più drastica si collocano gli Usa con valori attesi dal -65% al -72%.
Tasse e liquidità
Su questi dati pesanti si innestano, poi, per gli hotel, tutta un’altra serie di problemi, che vanno da una mancanza totale di liquidità, nei confronti della quale il provvedimento ‘Cura Italia’ non ha dato risposte alla questione della sospensione del pagamento delle tasse.
Lo spostamento delle scadenze nel pagamento sia delle imposte locali che di quelle nazionali non sembrano essere sufficienti, almeno nello scenario previsto, per dare ossigeno alle aziende dell’ospitalità. A fronte di perdite e prenotazioni bloccate, con una liquidità pressoché inesistente, anche all’indomani di una ripartenza saranno comunque gravose le imposte a cui far fronte.
Senza contare gli affitti per le strutture in gestione, un problema immediatamente segnalato da Federalberghi, per i quali non è stato previsto nessun supporto per il pagamento dell’affitto. Su questo si sta aprendo qualche spiraglio: secondo le indiscrezioni, infatti, gli albergatori in un prossimo decreto, previsto per metà aprile, potrebbero essere inseriti nell’elenco delle attività che possono accedere al credito di imposta del 60% per l’affitto dei locali dove si svolge l’attività.
I falsi amici
In mezzo a tutto questo, arrivano i falsi amici. Lo dice a chiare lettere il direttore di Ava, l’associazione veneziana degli albergatori, che lamenta il comportamento dei portali di prenotazione.
“Era stato un successo di Federalberghi in un dialogo con il Governo, ottenere di inserire nel decreto la norma sui voucher, per equilibrare gli interessi dei clienti e quelli degli alberghi, imprese che in questo momento di crisi di liquidità non avrebbero potuto far fronte alle richieste di restituzione delle caparre – dice al Sole 24 Ore Claudio Scarpa -. I portali invece restituiscono le somme incassate per conto degli esercenti, o le chiedono agli operatori stessi: a tutti stiamo consigliando di revocare i Rid concessi”.
E gli hotel si stanno attrezzando anche per dare battaglia legale.