Cinque milioni di presenze mancate e una perdita di fatturato per la vendita camere di 300 milioni di euro in soli tre giorni, dal sabato 11 al lunedì dell’Angelo.
Sono questi i dati pesanti calcolati da Confindustria Alberghi per lo stop del periodo di Pasqua, con il 95% delle strutture alberghiere chiuse su tutta la Penisola.
“Un impatto senza precedenti sul sistema produttivo italiano e sul turismo – dice Confindustria Alberghi in una nota -. Diventa quindi necessario sostenere le nostre aziende e ancora una volta sottolineiamo la necessità di individuare misure specifiche che consentano di essere pronti a ripartire. Facciamo pertanto appello alle istituzioni affinché, nel decreto di aprile, ci sia risposta al problema affitti, imprescindibile per il settore. Come più e più volte ribadito, è necessario un provvedimento che intervenga sui canoni di affitto per gli immobili ad uso alberghiero e permetta di sopravvivere alle tante aziende costrette a sostenere un costo vivo su un’attività oggi ferma e che comunque nei prossimi mesi potrà contare su un mercato molto parziale e comunque rallentato”.
Secondo Confindustria Alberghi, infatti, la ripartenza sarà graduale e per uscire dal lockdown preparate, le aziende già guardano all’organizzazione dell’offerta alberghiera in osservanza con le nuove esigenze di rispetto del distanziamento sociale.
“Servono regole chiare e certe per restituire fiducia al mercato e serenità agli operatori ed agli ospiti” conclude la nota.