Una spinta alla ripresa del turismo nelle città italiane. Nasce così l’idea di Starhotels Collezione Grand Tour, una nuova proposta di viaggio che vede protagonisti gli hotel italiani più prestigiosi firmati Starhotels Collezione.
“La fonte di ispirazione di questa iniziativa è stato il Grand Tour nato nel Seicento e che raggiunse il suo apice nell’Ottocento quando i giovani aristocratici intraprendevano sempre più spesso un viaggio alla scoperta dell’arte, della cultura e dell’architettura delle più belle destinazioni europee – spiega Antonio Ducceschi, cco di Starhotels -. È un itinerario da costruire su misura per vivere le suggestioni del Grand Tour alla scoperta del fascino e della straordinaria bellezza di destinazioni come Firenze, Milano, Roma, Siena, Trieste, Venezia e Vicenza. Per la promozione e distribuzione del Grand Tour stiamo chiudendo gli accordi con i più importanti partner italiani”.
E fra questi rientra l’accordo siglato con DiVita Tours, che ha l’obiettivo dichiarato di rianimare le città d’arte italiane, messe a dura prova in quest’estate segnata dalla pandemia.
“Le città d’arte sono sicuramente quelle che soffrono di più, probabilmente gli spazi aperti di montagna, mare o collina danno al cliente la percezione che le possibilità di contagio siano minori – spiega Ducceschi -. Inoltre la clientela italiana, che al momento è prevalente, solitamente non visita le città d’arte nel periodo estivo: questa è prerogativa dei turisti stranieri, che per il momento sono tornati in numero molto ridotto. Un aspetto positivo è che in questo periodo visitare le città d’arte senza sovraffollamento è un vero lusso e si può godere della bellezza delle città come mai negli ultimi anni”.
Starhotels ha iniziato il suo programma di riaperture dopo il lockdown partendo dalle strutture up level: è vero anche per voi che quel tipo di mercato soffre di meno gli effetti del post Covid?
“È evidente che il turismo di fascia alta sia più permeabile alla crisi attuale, tuttavia la nostra scelta sulle aperture è stata dettata dalla volontà di offrire alla clientela, al momento in maggioranza italiana, destinazioni di grande interesse per un turismo più vacanziero come Roma, Firenze, Venezia, Siena, Vicenza, Parigi, alla quali abbiamo abbinato altre destinazioni come Milano, Saronno, Trieste, Napoli, utili anche per chi viaggia per lavoro – spiega il manager -. Anche all’interno della stessa città, ad esempio Roma e Milano, abbiamo deciso di offrire due opzioni di hotel che per location e per categoria, riescono a soddisfare le esigenze di chi viaggia per svago ed in hotel di alta gamma e di chi viaggia per lavoro. Vogliamo stare vicini a tutti i nostri clienti”.
Anche le scelte sulle misure di sicurezza sono tagliate su misura del cliente. “Con il supporto di un team di esperti in tema di sicurezza, protezione e prevenzione, medicina del lavoro, abbiamo definito il Protocollo #bestarbesafe, che certifica il rispetto dei Dpcm, delle normative regionali e delle disposizioni dell’Oms. L’obiettivo è quello di offrire un ambiente sicuro per i nostri clienti e per i nostri collaboratori. Le regole sono quelle dettate dalle autorità sanitarie: l’importante, come sempre, è la costanza nell’applicazione e Starhotels ha implementato dei corsi di formazione specifici che tutti i collaboratori devono fare prima della riapertura delle strutture alle quali sono assegnati. Stiamo cercando di minimizzare l’impatto per l’esperienza del cliente, modificando le modalità di erogazione dei servizi senza gravare sulla qualità del prodotto e del servizio”.
Il tema chiave è proprio questo: minimizzare l’impatto. “Le esigenze principali e l’atteggiamento più apprezzato dal cliente – conclude Ducceschi -, in questo momento, è la possibilità di avere la scelta sul tipo di assistenza da ricevere. Se vuole assistenza con il bagaglio sino a dentro la camera o se preferisce che i nostri collaboratori lo assistano solo sino alla porta della camera, se preferisce fare la colazione in camera o al ristorante. Nel caso di soggiorni brevi abbiamo anche richieste che la camera non venga rifatta e quindi che nessuno entri dopo che ne ha preso possesso”.
Insomma, il segreto, se c’è, è umanizzare sempre di più l’accoglienza e il servizio e mettersi a disposizione delle esigenze del cliente.