“Un’estate nera”. Non usa mezzi termini Confidustria Alberghi per descrivere la stagione appena conclusa. Dai dati del trimestre giugno-agosto, che da solo pesa il 60%-65% del fatturato alberghiero in Italia, emerge una situazione difficile per il settore.
Gli alberghi nelle città d’arte, spiega Confindustria alberghi, hanno continuato in molta parte a rimanere chiusi e diversi di quelli che hanno tentato di riaprire sono stati costretti a compiere una brusca marcia indietro.
Fatturato in calo
Il calo di fatturato dagli alberghi delle città d’arte è stato tra il 70 e il 90% rispetto al trimestre giugno-agosto 2019, a causa della flessione del numero degli arrivi, più che dimezzati rispetto all’analogo periodo dello scorso anno (-60%) e dei pernottamenti in calo di oltre il 70% rispetto all’analogo trimestre 2019.
Lievemente meglio hanno fatto gli alberghi delle destinazioni balneari, che hanno riportato una flessione di clientela, rispetto al trimestre estivo 2019 del -40% sia in termini di arrivi che di presenze. Il dato ha prodotto un fatturato dimezzato rispetto all’estate 2019. "Va ricordato - sottolinea l'associazione - che l’avvio ritardato dell’attività nelle destinazioni balneari, rispetto agli anni passati, ha amplificato ulteriormente gli effetti negativi sui risultati della stagione".
La montagna
Sono andati meglio gli alberghi di montagna, dove la riduzione di fatturato si è fermata al 30%.
“Pesa su tutto – spiega Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Confindustria Alberghi - l’assenza dei turisti stranieri che condizionerà pesantemente anche le prossime settimane, la coda dell’estate che negli anni passati regalava numeri importanti.
Ormai è chiaro e tutti i numeri lo dimostrano, che il turismo ed il mondo alberghiero in particolare è il più colpito dagli effetti della pandemia e che le conseguenze di questo stato dureranno ancora almeno per buona parte del 2021. È indispensabile lavorare da subito con il Governo per un piano di salvaguardia ed una strategia che metta in sicurezza le aziende ed i lavoratori del settore”.