Bene la nascita del Fondo nazionale per il Turismo varato da Cdp insieme al Mibact, ma la crisi che continua a mordere necessita di altre misure di supporto.
Le principali associazioni di categoria del turismo promuovono l’iniziativa presentata venerdì scorso con il lancio di uno strumento che interverrà per difendere il patrimonio immobiliare alberghiero italiano da interessi esteri in questo periodo di sofferenza, mettendo sul piatto 2 miliardi di euro fra fondi propri Cdp, fondi del Ministero e di investitori terzi.
Ma chiedono di non abbassare la guardia e non pensare che si sia varata una panacea risolutiva di tutti i mali del comparto.
“Guardiamo con grande interesse al complesso di iniziative messe in campo da Cassa Depositi e Prestiti a supporto del settore turismo – dice il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca –; è importante però che il nuovo Fondo scelga metodologie e linee di investimento realmente produttive, a sostegno di imprese sane e che Cdp agisca tenendo anche conto delle caratteristiche peculiari del mercato italiano, composto da decine di migliaia di operatori indipendenti”.
Per questo Bocca rilancia l’idea dell’emissione di bond di lungo periodo per finanziare programmi di investimento.
Gli fa eco Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Confindustria Alberghi: “Un segno di forte attenzione quello dimostrato da Cdp che evidenzia, ancora una volta, la valenza e l’importanza dell’hotellerie per l’economia dell’intero Paese – dice -. Resta però la preoccupazione per il protrarsi della crisi che chiede un potenziamento delle misure a supporto del settore”.
Di un vero e proprio piano Marshall per il turismo parla Vittorio Messina, presidente Assoturismo Confesercenti: "Il Fondo nazionale per il turismo della Cdp può diventare uno strumento importante non solo per supportare il turismo in questa fase drammatica, ma anche favorirne il rilancio – spiega -. Ma il settore si trova ad attraversare la fase più difficile della sua storia e per questo, riteniamo che sia fondamentale accompagnare questo strumento con un uso efficiente ed intelligente delle risorse del recovery fund: dobbiamo impiegarle per dare vita a un vero e proprio piano Marshall per il turismo, con interventi strutturali che favoriscano la ripartenza di tutto il comparto, a partire dalle Pmi della ricettività e dei servizi turistici”.
Apprezzamento anche da Federturismo, che esprime l’auspicio “di poter continuare la positiva interlocuzione con CdP per trovare insieme strumenti finanziari adatti all’intera industria turistica – dice Marina Lalli, presidente dell’associazione -. È evidente che per far fronte a questa situazione emergenziale servano ulteriori misure straordinarie”.